Talvolta il caso può cambiarti la vita. Dopo il grande successo del primo episodio, solo una scelta personale avrebbe potuto togliere a Gary Ross la regia del secondo episodio della saga di Hunger Games. E così è andata. Francis Lawrence sentitamente ringrazia, in cambio lui ripaga con un sequel che sta sbancando i botteghini di tutto il mondo. Abbiamo incontrato il regista di Constantine e Io sono leggenda a Roma, dove ci ha parlato della sua esperienza sul set della saga che sta conquistando milioni di ragazzi, e non solo, in tutto il mondo.
Francis Lawrence, lei di solito gira film con protagonisti maschili, mentre in questa saga il personaggio principale è femminile. Si è sentito più libero di analizzare altri aspetti?
Francis Lawrence: Non ho mai pensato se mi dava o meno libertà l’avere un personaggio femminile come protagonista. Ho pensato soltato all’opportunità di maneggiare meteriale con il quale non avevo mai lavorato prima. Ma il fatto che sia una ragazza credo che sia una delle ragioni che rendono il personaggio così iconico. Katniss ha degli istinti davvero basilari: sopravvivere, proteggere la sua famiglia… Non è un supereroe, non ha nulla di soprannaturale e nemmeno vuole essere a capo di una rivoluzione. E la capisco, come capisco il fatto che la gente si possa relazionare a lei.
Come ha scelto i tagli da apportare al romanzo per la trasposizione sullo schermo? Mi riferisco in particolare alle scene riguardanti il Distretto 13…
Francis Lawrence: Quando prendi un romanzo e lo devi far diventare un film di due ore, ovviamente qualcosa devi lasciare fuori. Il criterio che abbiamo usato è stato quello di immaginarci già come sarebbero state le scene sul grande schermo. Ce n’erano alcune, come quella in cui Katniss sospetta qualcosa sul Distretto 13, che non potevamo inserire anche perché avrebbero fatto perdere il ritmo della narrazione.
Lei è anche autore di videoclip. Pensa che questo abbia influenzato il ritmo del film o gli abbia conferito un look più glamour?
Francis Lawrence: Non credo che il videoclip influenzi il ritmo della narrazione. Semmai ci sono dei punti in comune: dato che i video musicali sono molto fashion e puntano a mettere in risalto anche alcuni aspetti glam, ho usato la mia esperienza per le scene di Capitol City. Ma il ritmo è dato soprattutto dal montaggio. Al Distretto 1 diventa un film fashion e ci siamo divertiti moltissimo: abbiamo trovato degli abiti di Alexander McQueen al museo della moda… è stato divertente. Ma questo serviva anche perché tutta quell’immagine doveva risultare anche oppressiva, se paragonata agli altri distretti.
Il primo film non è stato girato da lei, non ha la firma di Francis Lawrence, eppure ha avuto un grande successo: ritrovarsi questo giocattolo tra le mani l’ha spaventata?
Francis Lawrence: Non ero preoccupato del precedente successo. Il primo capitolo mi ha dato ispirazione ed energia. Lo spavento fa sempre parte del realizzare un film: ovviamente hai paura che nessuno verrà a vederlo. La mia preoccupazione principale semmai era relazionarmi a un cast che non ero stato io a scegliere: ero preoccupato di non riuscire a entrare in connessione con loro, quindi il primo incontro è stato per me fondamentale. Speravo di non annoiarli, invece ho incontrato delle persone che mi hanno accolto molto bene e abbiamo lavorato con grande energia.
Cosa ci dice del prossimo film? Avete già iniziato a girarlo, se non mi sbaglio…
Francis Lawrence: Abbiamo iniziato il prossimo film mentre stavamo montando il secondo capitolo. Visto che l’editing e la post-produzione procedevano bene, abbiamo iniziato il lavoro sul set. Abbiamo già girato per cinque settimane, ne dobbiamo fare altre venticinque. Si prospetta un lavoro molto lungo, ma è eccitante pensarlo, e va bene anche fare una pausa per promuovere Catching Fire. Così recuperiamo anche molte energie e poi saremo di nuovo sul set. Non c’è solo lo stesso cast, ma anche la stessa crew, quindi sarà bello ritrovarci, ormai siamo un team affiatato e tutto fila liscio quando è così. Ho delle ottime sensazioni sulle prossime riprese.
La fotografia è diversa rispetto al primo film… e molti si chiedono come mai non sia stato distribuito anche in 3D.
Francis Lawrence: Ho usato luci diverse, avevo già un’idea in mente di come avrebbe dovuto essere. Le camere digitali sono ottime oggi anche per decidere che tipo di luci vorrai. Per quanto riguarda il 3D, ne abbiamo discusso molto. Se avessimo dovuto farlo, avrebbe dovuto avere un senso e non essere solo un altro modo per il pubblico di vedere il nostro film. C’è da dire che c’è molta violenza in questo racconto. L’argomento principale sono proprio le conseguenze della violenza. Ci siamo posti molte domande, anche in base al pubblico giovane a cui è indirizzato. Volevamo essere onesti con i fan e mostrare questa violenza, ma girare in 3D l’avrebbe soltanto resa più spettacolare, e la spettacolarizzazione della violenza non è il messaggio che il film vuole dare.
C’è qualcosa di più… come si spiega tutto il coinvolgimento così forte verso questi film, e i libri, da parte dei ragazzi?
Francis Lawrence: Onestamente ho delle idee, ma non so se sono quelle giuste. Anche perché significherebbe che ho trovato la formula per realizzare un film di sicuro successo da adesso in poi, e non penso proprio di esserne in possesso. Credo che risieda nel fatto che racconta le conseguenze della guerra e della violenza in generale. In più penso che Suzanne Collins, l’autrice dei libri, abbia parlato ai teenager con molta schiettezza. Ho letto i suoi libri e mi piace il linguaggio che usa: non li tratta come se fossero dei bambini, parla con loro come se fossero adulti. Rende il racconto emotivo, ha creato dei personaggi davvero iconici e peculiari, e penso che in questo modo sia ragazzi che ragazze possano relazionarsi al racconto. Poi descrive con grande onerstà la necessità di una rivoluzione, ma anche le sue terribili conseguenze, lasciando al lettore lo spazio per valutare. Vediamo anche le conseguenze della violenza e l’influsso dei media sulla popolazione. Infine, diciamolo pure: questo film ha un ottimo cast. Jennifer Lawrence è perfetta per il ruolo di Katniss.
Per l’appunto, come si è trovato a lavorare con Jennifer Lawrence?
Francis Lawrence: Jennifer è grandiosa. È una ragazza stupenda e un’attice molto dotata. Lavorare con lei è bellissimo, non smette mai di sorprendermi. È incredibile. Lei davvero capisce il personaggio e cosa c’è da fare per trasmetterlo agli altri. La maggior parte delle nostre conversazioni erano per specifiche dinamiche, perché lei già da sola sa trovare le soluzioni per le scene emotivamente più complesse. Ora smetto di parlare di lei perché sta arrivando, e mi imbarazza…
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