Leonard Nimoy ha legato la sua vita alle stelle, quelle di Star Trek, vestendo panni e orecchie del vulcaniano Spock nella serie originale del franchise di fantascienza televisivo e cinematografico più famoso della storia. E tra le stelle se ne sta volando adesso che ha lasciato questa terra, dopo ottantatré anni di vita tra gli umani. La moglie ha confermato che il decesso, avvenuto il 27 febbraio 2015 nella casa della coppia a Bel Air, è stato causato da un problema respiratorio cronico.
Una carriera durata oltre sessant’anni. Una lunga militanza televisiva, fatta non solo di Star Trek, ma anche un ruolo di primo piano in Mission: Impossible. E più di quarant’anni dopo in Fringe, voluto da J.J. Abrams, che ha raccolto l’eredità dell’Enterprise nella nuova versione cinematografica.
Leonard Nimoy è stato un’icona della fantascienza
E un idolo per generazioni di nerd, una condizione che ha sempre accettato con grande piacere e ironia. Ma la sua vita artistica è stata ricca anche oltre Spock. Interprete raffinato e versatile, Nimoy, nato a Boston il 26 marzo del 1931, ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato probabilmente proprio a causa del personaggio che lo ha reso celebre per l’eternità. Le soddisfazioni maggior gli sono arrivate dietro la macchina da presa, a cui giunse ancora una volta grazie all’equipaggio della sua nave stellare, girando il terzo e il quarto episodio cinematografico delle avventure di Kirk e compagni.
Il grande successo arriva con Tre scapoli e una bimba, remake del successo francese Tre uomini e una culla. Campione d’incassi negli Stati Uniti prima e in tutto il mondo poi. Una soddisfazione che gli farà vivere serenamente il resto della sua carriera, che gestisce intelligentemente come portavoce del mito di Star Trek tra le nuove generazioni. Memorabili i suoi cameo in due episodi dei Simpson e la sua incursione vocale in The Big Bang Theory, e soprattutto le sue ultime apparizioni come Spock nei due film di J.J. Abrams.
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Con Leonard Nimoy se ne va un pezzo di storia della televisione e della cultura pop, e l’unica cosa che possiamo dire è: lunga vita e prosperità. In fondo la morte è una cosa illogica.