BlacKkKlansman è una storia talmente folle che non poteva che essere vera. Un poliziotto di colore che si infiltra nel Ku Klux Klan grazie a una telefonata. Questo è l’incipit, il resto è semplicemente da vedere.
Perché BlacKkKlansman è uno dei migliori film di Spike Lee.
Da molto tempo a questa parte, e anche in assoluto. Merito di un’eccellente scrittura che miscela i toni con sapienza, mantenendo sempre in primo piano il lato grottesco della storia, e cambiando repentinamente registro quando le cose si fanno davvero più serie. Si tratta, com’è giusto che sia, comunque di un film politico, terreno che Lee affronta con maggiore maturità e persino con una punta di autocritica rispetto al passato. Sarà l’eta che rende saggi, ma come sempre più spesso accade a cineasti che arrivano da un cinema ormai altro, è anche l’abitudine a una forma narrativa classica che si può fluidamente adattare a un linguaggio moderno.
BLACKkKLANSMAN: IL LIBRO DI RON STALLWORTH
BlacKkKlansman ha questo pregio, e riesce a mantenere un livello elevatissimo anche grazie alla notevole coppia di interpreti, John David Washington e soprattutto un grandioso Adam Driver, agente ebreo che diventa il braccio bianco del suo collega nero. E nota di merito anche al redivivo Topher Grace, nei panni del capo supremo del KKK. Attore dal talento eccezionale che speriamo il cinema americano riesca a recuperare, dopo una lunga serie di scelte professionali scellerate da parte sua.
BLACKkKLANSMAN: LA SCHEDA DEL FILM
BlacKkKlansman riesce nel suo intento di mettere alla berlina un’organizzazione composta dal fior fiore del White Trash americano, che al confronto persino i componenti del nostro governo sembrerebbero pensatori illuminati (tranne Toninelli, lui sarebbe camaleontico in questo caso). Lo fa sin dal geniale prologo con un immenso Alec Baldwin Ciò nonostante, è impossibile non provare un freddo brivido lungo la schiena pensando ai loro cappucci bianchi e alle croci in fiamme nella notte. Ma Lee naturalmente non può accontentarsi solo di questo è va oltre, spiegando bene cos’è oggi l’America, quando la divertente storia di come si può fregare il Klan finisce. E si torna alla dura realtà. Che è oltretutto anche per noi molto, troppo vicina