Venom è per la Sony Pictures quello che I Fantastici Quattro sono per la Fox: una pessima idea. Con una sostanziale differenza: gli F4 possono diventare un brand, e c’è da scommettere che sotto il cappello di Topolino ci riusciranno.
Perché è abbastanza chiaro che fosse quella l’intenzione di chi alla Sony non sapeva come riuscire a tirare fuori almeno un film all’anno dalla striminzita e fortunosa opzione che hanno sull’universo di Spider-man.
Dopo il secondo reboot del personaggio, e un cartone animato ambientato nell’Ultimate Universe che arriverà nelle sale a Natale 2018, quello con il giovane arrampicamuri ispanico Miles Morales, bisognava passare per forza di cose agli spin-off. Ecco quindi balenare l’idea che a molti deve essere sembrata geniale.
Venom… Ma non era cattivo?
Senza inoltrarsi nella complicata biografia del personaggio, basti dire che il simbionte nato durante la saga delle Secret Wars e divenuto poi il più grande nemico di Spider-man, dopo essere stato in simbiosi con lui, è un carattere che avrebbe meritato un trattamento molto migliore. Anche di quello che gli riservò Sam Raimi nel suo Spider-man 3, film che dopo 10 anni di MCU andrebbe forse rivalutato. Lì era Topher Grace a vestire i panni del giornalista Eddie Brock, nella sua versione più vicina all’originale, ovvero meschina e invidiosa. Non a caso poi si è ritrovato nei panni di capo supremo del KKK…
Oggi è invece Tom Hardy. Il suo Brock è un reporter televisivo, caduto in disgrazia per colpa di un magnate folle alla Elon Musk che sta cercando di unire il simbionte all’uomo per creare una forma di vita superiore. Ovviamente senza porsi alcuno scrupolo morale ed etico.
Venom non è un altro Deadpool.
Invece di costruire un personaggio combattuto e diviso in due, raccontando una storia dark e cupa, Ruben Fleischer, che aveva ben esordito con il bel Zombieland e di cui preferiremmo dimenticare il molto poco riuscito Gangster Squad, tenta un’altra strada. Non inesplorata, in quanto cerca di trasformare Venom-Brock in uno sbiadito Deadpool, rendendo ospite e simbionte, praticamente Felix e Oscar ne La strana coppia. Insomma, gioca la carta grande simpatia, ma il risultato è piatto e anche eticamente ambiguo.
In tutto questo, è un peccato vedere sprecare tre bravi interpreti come Tom Hardy, Riz Ahmed e soprattutto Michelle Williams, che si prende oltretutto quasi sempre la scena.
Alla fine, la domanda è d’obbligo: il mondo, e soprattutto il cinema, ha davvero bisogno di tutti questi supereroi? No, se non hanno niente da raccontare, possono continuare a bastarci gli albi a fumetti. Ma tanto, l’unico vero giudice sarà come sempre il pubblico.