Euforia è la seconda opera diretta da Valeria Golino, dopo il bell’esordio di Miele. Presentato all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, vede protagonista la coppia formata da Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea, con Isabella Ferrari e Jasmine Trinca nei due principali ruoli femminili.
Euforia, fratelli agli antipodi
Matteo ed Ettore, fratelli molto diversi. Il primo ricco, frenetico, sin troppo, e gay. Il secondo introverso, marito separato e padre in crisi. Si ritrovano insieme, per affrontare una dura prova che mi farà conoscere forse per la prima volta.
Tema apparentemente completamente diverso rispetto a Miele, storia di una donna che aiutava i malati terminali a morire con dignità, in un paese in cui la legge non lo permette. Eppure Euforia ha con la precedente regia di Valeria Golino un punto in comune molto forte, la difficoltà dei rapporti umani nella società contemporanea. I fratelli Scamarcio e Mastandrea sono due facce della stessa medaglia, anime in fuga da un mondo in cui non riescono a trovare una giusta dimensione. E come spesso accade, provano a costruirne uno che gli stia addosso e dal quale non vogliono uscire. Feste, sesso, alcool e droga per il primo, un cocktail di superficialità contrapposto alla depressione e all’introversione del secondo. Lo Yin e Yang naturale dell’essere fratelli, un rapporto quasi impossibile da prevedere alla nascita, ma in cui c’è sempre, anche nel migliore dei casi, qualcosa di irrisolto e insoddisfatto.
Euforia, il trailer ufficiale
Un racconto sempre difficile, soprattutto sullo schermo, perché al cinema più che mai serve quell’equilibrio narrativo che manca nella vita e che è quasi sempre causa di conflitti più o meno tremendi. Valeria Golino ci prova, e in parte ci riesce, non cadendo mai nel patetico e cercando di interpretare torti e ragioni di due uomini che sono in fondo prototipi universali. Manca però ad Euforia un collante, lo stesso deficit che hanno due fratelli che non si parlano, quel passo in più l’uno verso l’altro che ognuno rimanda, giustificando con l’orgoglio una banale mancanza di coraggio.
Euforia, la scheda del film
Non è quello che manca alla Golino, e neanche ai suoi bravi interpreti. Quello che non c’è viene da lontano, e per quanto si possa provare a spiegare con parole e immagini, è difficilmente riproducibile. È quel momento in cui ci si allontana e non si torna più indietro, finché non sarà impossibile anche volendo. E di quel dolore, forse per fortuna, in Euforia non ce n’è abbastanza.