Stardom racconta la scoperta e la scalata verso il successo di una giovane fotomodella, che diventa ben presto l’oggetto del desiderio del jet set internazionale. Ma il mondo dello star system è ben diverso da ciò che sembra…
Una volta c’erano le stelle del cinema, icone d’un immaginario collettivo che nel corso dei decenni hanno fatto sognare generazioni di persone. Ma le mode cambiano e gli anni ’80 portarono alla ribalta un nuovo prototipo di star, le top model, bellezze eteree, provocanti e irraggiungibili, se non per i frequentatori dello stesso habitat. Attori, fotografi, uomini d’affari, ecco le prede preferite di questa nuova specie sociale. Ma spesso e volentieri il ruolo del cacciatore finisce col confondersi.
Stardom sembra essere più un documentario naturalista
Denyse Arcand cerca di analizzare tutti gli aspetti di un fenomeno che è alla fine un’aberrazione dei rapporti che la maggiore parte del pianeta definirebbe normali. Lo sguardo di Arcand è quello di un entomologo che non giudica, ma semplicemente mostra la mercificazione dei corpi nella società moderna, in cui non c’è più spazio per dei sentimenti puri, perché sempre corrotti dall’apparenza. La top model è un oggetto da possedere come un’automobile di lusso e da mostrare in pubblico con la stessa vanità con cui si parcheggia una Ferrari di fronte a un casinò, senza considerare che quest’oggetto di carne possa essere ancora una persona e non un personaggio.
Lei, l’Inarrivabile, in questo caso prende ciò che può, fino a una catarsi finale che, pur nella sua normalità, sembra davvero ottimistica.
Soprattutto per il mondo in cui viviamo.