La casa delle bambole – Ghostland segna il ritorno al lungometraggio di Pascal Laugier, sei anni dopo I bambini di Cold Rock. Ed è un peccato che uno dei pochi registi puramente dedicati all’horror di questi edulcorati tempi ci abbia messo così tanto per offrirci una sua nuova opera. Per fortuna, non è stata un’attesa vana.
La casa delle bambole – Ghostland: un instant classic
Madre e due figlie stanno traslocando. Durante il viaggio, la più scapestrata delle due fa un bel dito medio a uno strano camper che le supera. E si sa, come non si dovrebbe dire torno subito, le mani meglio tenerle in tasca in certe occasioni. Quello che succede lo vedrete al cinema, e se siete amanti del genere ve lo godrete con piacere. La casa delle bambole – Ghostland attinge a tanti classici fondanti, a partire da Non aprite quella porta, ma è in realtà un’altra l’ispirazione principale, letteraria e assai ricercata, il magnifico racconto di Ambrose Bierce An Occurrence at Owl Bridge Creek, che è stato utile nel corso degli anni ai registi più disparati, da Adrian Lyne a Zack Snyder. E non a caso, il titolo americano del film è Incident in a Ghostland, che richiama proprio il titolo del racconto di Bierce.
Ghostland fa paura. Perché non c’è niente di inverosimile
Inquietante nella sua semplice quotidianità, quella della cronaca nera che assomiglia ogni giorno di più al peggiore dei nostri incubi. La bravura di un regista di genere è il saper esorcizzare queste paure portandole sullo schermo. Laugier fa questo processo addirittura due volte ne La casa delle bambole, compiendo una sorta di catarsi carpiata, un esorcismo che deve però passare attraverso l’inferno di un’esperienza che non potrà mai essere dimenticata. Da bravo amante del genere, dirige un impianto estremamente classico, la paura è in macchina e non necessita di effetti speciali. Quali sono, semmai, le due giovani protagoniste, Emilia Jones e Taylor Hickson, davvero perfette nei ruoli delle due sorelle da giovani.
La casa delle bambole – Ghostland è uno dei migliori horror degli ultimi anni.
Soprattutto, è un film che sottolinea l’importanza del genere in questo preciso momento storico. Il cinema di paura è infatti il migliore alleato per combattere il vero orrore che sta travolgendo la società civile, l’inquietante ritorno di ideologie ai limiti del nazismo. L’horror è per definizione anarchico. Il modo per sconfiggere il mostro, alla fine, si trova sempre. Ma non bisogna mai abbassare la guardia. Perché il Male non muore mai.