Harrison Ford e Daniel Craig. Cowboy. Nemici. Alleati contro un nemico comune. Gli alieni… Avete presente i vecchi western? Quelli con gli indiani e i cowboy e un sacco di polvere? Ecco, prendetene uno tipico, con il proprietario di mandrie e terreni i cui possedimenti hanno un peso maggiore di quello della legge. Con un cowboy solitario, venuto dal nulla, pieno di silenzi e mistero. Uno che prima spara, poi pensa. E i vecchi film di alieni, li avete presenti? Quelli con gli alieni brutti, sporchi e cattivi, che ancora non erano metafora del diverso, ma venivano sulla Terra per mangiarci, per rubare le nostre risorse, fare esperimenti sui nostri corpi e ingravidare le donne umane con parassiti alieni? Ecco, prendete extraterrestri con uno di questi scopi, o magari tutti insieme. Unendo fra loro i due generi, avrete solo un’idea di quello che è Cowboys & Aliens.
La commistione, si sa, fa sempre nascere bellissimi prodotti artistici, ma qui c’è dell’altro. Sembra che tutto ciò che piaceva ai ragazzini sfigati degli anni Settanta sia finito in questa pellicola, però prodotto con un budget molto più alto degli Z-movies dell’epoca. Questo a riprova dell’ennesima rivincita dei nerd, che per fortuna sul lungo raggio si stanno prendendo il dominio del mondo. Già dal titolo la graphic novel di Mitchell Rosenberg non lascia spazio ai dubbi, ed è per questo che Steven Spielberg è subito saltato sul progetto, entusiasta di produrre solo sentendo nominarne l’adattamento. “Mi sono chiesto come mai nessuno ci abbia pensato prima”, è stata la spiegazione, pura e semplice, del Re Mida di Hollywood. Detto fatto: ecco unirsi la squadra di produttori che tutti vorrebbero. Diciassette nomi fra cui, oltre a Spielberg, figurano Ron Howard, Brian Grazer, Jon Favreau che ha poi preso il timone della regia, e i tre geniali sceneggiatori Kurtzman-Orci-Lindelof.
Cowboys & Aliens, Indy vs. Bond
Durante il junket londinese del film abbiamo incontrato il cast principale, insolito ma non troppo. Primo fra tutti Harrison Ford, granitico, elegante, schietto come solo un attore che non deve più preoccuparsi di dimostrare nulla può permettersi di essere. Per lui la commistione dei due generi ha avuto un peso relativo nell’accettare di lavorare a questa pellicola. Già, perché può sembrare scontato che la presenza di Spielberg portasse automaticamente anche la sua, ma a quanto pare non è stato affatto così.
“Ho accettato perché le persone coinvolte nel progetto erano determinate a realizzare un buon film”, ha dichiarato colui che sembra non poterne più di essere ricordato solo come Indiana Jones. “A me piace guardare buoni film, al di là del genere. Lo stesso criterio lo applico ai film che interpreto”.
Contrapposto a Ford, nel ruolo del cowboy solitario che non ha alcuna memoria del proprio passato, ecco la vera sorpresa. Nessuno vedrebbe Daniel Craig, James Bond, nei panni di un antieroe silenzioso e dal grilletto facile. Nessuno tranne… lui stesso.
“Da bambino guardavo moltissimi western, e volevo sempre fare il cowboy”, ricorda l’attore che ha ammesso di aver visionato innumerevoli film con John Wayne per prepararsi a questo ruolo, ma di continuare a preferire i western con sfumature intimiste come Piccolo grande uomo, il suo preferito.
Cowboys and Aliens… Ma quando arrivano gli alieni?
Direte voi a questo punto. Il fatto è che Cowboys & Aliens potrebbe benissimo funzionare come un western classico. Se non fosse per lo strano bracciale-arma che Jake Lonergan / Craig si ritrova al polso e per il fatto che nel villaggio a un certo punto arrivano i dischi volanti a rapire le persone. Lo trovate atipico? Jon Favreau non è dello stesso avviso.
“Ci sono diverse età del western: c’è stato John Ford, poi è arrivato Sergio Leone”, ha spiegato senza scomporsi. “Prendi Kurosawa, è western a tutti gli effetti, ma è diverso. L’opportunità di lavorare a un western è qualcosa che ogni regista sogna. Ma anche di dargli un taglio nuovo che sia accattivante per i giovani”. Due cowboy di diverse età, rivali per intenzioni e diversi nell’animo.
Un villaggio in pericolo, qualche ingiustizia qua e là… Manca la donzella in difficoltà! Ma se pensate che Olivia Wilde ricopra questo ruolo, vi sbagliate di grosso. Il suo personaggio non è la moglie del proprietario del saloon, non è la prostituta né la figlia del pastore. Non è la cowgirl maschia né la sexy eroina con il corsetto slacciato. E allora chi è? “Ella è puro spirito”, dice Olivia. E noi vi lasciamo con questo mistero, perché il ruolo femminile è la vera novità di questo film, e non vogliamo in nessun modo guastarvi la sorpresa.