Sarà che il nome porta fortuna, fatto sta che Avatar: la leggenda di Aang è una delle serie animate di maggiore successo degli ultimi anni. Prodotta dalla Nickelodeon, che non smetteremo mai di ringraziare per avere regalato al mondo Spongebob, Avatar viene trasmessa in centoventi paesi in tutto il mondo, con ammiratori insospettabili come il regista M. Night Shyamalan, maestro dell’inganno cinematografico ai danni dello spettatore, ma anche cineasta da sempre affascinato dal fantastico e dal sovrannaturale.
“Avatar: la leggenda di Aang è stata una vera epifania per me, anche se sapevo perfettamente che portare sullo schermo oltre trenta ore di storia di quel tipo sarebbe stato un lavoro incredibile ed ero molto spaventato”, racconta Shyamalan. “Per fortuna i creatori della serie mi hanno molto aiutato mentre scrivevo la sceneggiatura del film e durante le riprese mi rendevo conto che stavo lavorando su qualcosa grande due e volte mezzo qualunque cosa avessi fatto in precedenza. Questo mi ha aiutato a mantenere la concentrazione per poter essere perfetto in ogni fase della realizzazione”.
È nato così L’ultimo dominatore dell’Aria
Saga fantasy che racconta del ritorno di Aang, bambino predestinato a essere l’Avatar che riunirà i popoli dei quattro elementi: aria, terra, acqua, fuoco. Aang viene trovato da Katara, giovane dominatrice dell’acqua, e da suo fratello Pokka, che capiscono subito i suoi grandi poteri, unico in grado di contrastare il desiderio di egemonia del popolo del Fuoco. Ma per riuscirci e diventare l’Avatar, Aang dovrà prima imparare a dominare tutti e quattro gli elementi.
Pensato come una trilogia, L’ultimo dominatore dell’aria non ha avuto vita facile
L’uscita americana è stata caratterizzata da pessime critiche da parte della stampa e da una seconda settimana al botteghino disastrosa, con un crollo rispetto agli eccellenti incassi del lungo weekend dell’Independence Day di quasi il sessanta percento. Costato centocinquanta milioni di dollari, comunque, L’ultimo dominatore dell’aria ha per il momento coperto i costi, e la possibilità di poter vedere il seguito della storia di Aang al cinema resta ancora viva.