La condizione ideale di un uomo qual’è? Essere felicemente sposati con una donna che ami alla follia o avere un harem composto da donne bellissime e tutti stimolanti in maniera differente, così da poter passare una vita affatto noiosa? In About Adam il protagonista ha pensato bene che entrambe le cose siano in qualche modo compatibili, convinto che la sua sia una missione, votata alla felicità altrui, oltre ovviamente alla sua soddisfazione personale.
Una commedia ad incastri pericolosi About Adam
Per il protagonista e per lo spettatore, viste le profonde forzature che la sceneggiatura deve necessariamente imprimere ad una storia che ricorda molto Sitcom, film di Francois Ozon presentato a Cannes nel 1998. Ma se il film di Ozon voleva essere una critica grottesca alla classe media ed alle sue ipocrisie, questa fatica di Stembridge sembra più un inno alla libertà ed alle qualità terapeutiche del sesso.
Svillupato su diversi piani narrativi, dalla commedia sentimentale alla nera, About Adam lascia però un po’ con l’amaro in bocca, proprio per la sua indecisione genetica a prendere una linea di sviluppo narrativa precisa, concludendosi (quasi) a taralucci, vino e fiori d’arancio.
Molto buona la prova di Stuart Townsend
Nei panni del protagonista, bello, dolce e diabolico, mentre ci si poteva aspettare di più da Kate Hudson, stellina in ascesa e figlia di Goldie Hawn, sinceramente sciapetta nei panni della promessa sposa ignara e innamorata.