Come ammazzare il capo 2 fa permette di riflettere su una cosa. Sono cinquant’anni che si discetta sul cinema popolare italiano, più o meno pecoreccio, da Totò a Franco e Ciccio, dai sexy movies degli anni Settanta fino alle vacanze di Natale, di cui qualcuno ancora si litiga la paternità. Fermo restando che senza questi film non ci sarebbero stati Fellini, Visconti, Antonioni e molti altri, perché nessuno li avrebbe potuti produrre senza i soldi sporchi delle commedie, forse è anche utile pensare che non dobbiamo disprezzare questo prodotto, spesso lordo, per altre ragioni.
La prima è che non l’abbiamo inventato noi, la seconda è che comunque non è che in fondo c’è sempre un minimo di attualità anche nel peggiore Natale a, il che lo rende spesso migliore dei veri prodotti originali.
Quelli, per intenderci, che arrivano dagli Stati Uniti
Paese che cinematograficamente parlando in fatto di produzione industriale non è secondo a nessuno, India a parte, e che di opere terribili ne fa da sempre. La maggior parte delle comiche mute, tanto per cominciare, il cui buon 90% è materiale ai limiti del vedibile, così come i film dei Tre Marmittoni e di Gianni e Pinotto, di una quantità infinita di B/C/D Movies degli anni ’50 e ’60, fino agli epigoni di Animal House e il cinema boccaccesco post Porky’s.
Una tradizione arrivata fino ai giorni nostri
E dalla quale non scampano film come Una notte da leoni e simili, filone di cui fa parte anche il dittico di Horrible Bosses. La differenza che c’è tra questi film e quelli italiani sta nei production values, ovvero budget adeguati, attori di talento, un minimo di cura nell’impianto narrativo e una eccellente scrittura delle situazioni comiche, senza preoccuparsi su quanto possano essere volgari.
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Questa la formula, vincente come da noi, facilmente annoiante come da noi. Se il primo episodio era infatti effettivamente molto divertente, grazie soprattutto a un cast in stato di grazia, Come ammazzare il capo 2 segna decisamente il passo. La trama è esilina e la coppia Pine/Waltz piuttosto debole (a questo proposito: ma Waltz ha veramente vinto due Oscar? Allora DiCaprio e Tom Cruise che dovrebbero dire?)
Il trio protagonista Sudekis/Bateman/Day gioca in scioltezza
Se lo possono permettere per affiatamento e talento, sebbene la maggior parte delle gag farebbe gridare allo scandalo il peggior Enzo Salvi. Ma i soldi del biglietto vengono ampiamente ripagati dai quattro minuti di Kevin Spacey (lui ha vinto due Oscar, questo ha senso): monumentale.