Benvenuti nella metropoli americana, dove la coscienza della gente è stata da tempo anestetizzata lasciando il posto alla paura che regna sovrana. In un’era in cui tutti vogliono apparire come Paris Hilton, i supereroi sono ormai uno svago da pellicole multimilionarie che aiutano a spegnere il cervello. Nessuno riesce più a trarre ispirazione dalle loro storie tranne i cattivi, sempre operativi nei loro piani per il controllo del territorio. È proprio questo il contesto non troppo lontano dalla realtà in cui Matthew Vaughn ci racconta i personaggi di Kick-Ass, il fumetto di Mark Millar e John Romita.
Kick-Ass è un film cattivo
Ma in primis un vero nerd movie. Non solo perché è un omaggio alla purezza dell’essere geek, ma anche perché si inchina alla solennità del mondo dei fumetti. Sono proprio le pagine dei comics ad avere il potere di ispirare e risvegliare l’animo dei veri eroi. E per una volta a indossare la calzamaglia (in questo caso una misera tuta da sub acquistata su internet) non è il bravo ragazzo del vicinato, ma un vero perdente il cui unico superpotere è quello di essere “invisibile” agli occhi degli altri.
Sullo schermo Matthew Vaughn ci racconta la sua vocazione di supereroe ponendolo davanti a dolori e torture che lo metteranno costantemente al tappeto. E in uno stile sanguinario che strizza l’occhio al cinema di Tarantino, il regista riesce a trovare il punto di intesa perfetto tra humour e violenza, travolgendo chi sta a guardare con una sana dose di intrattenimento all’insegna del politicamente scorretto: il risultato è esplosivamente spassoso.
Dicevamo un film cattivo: del resto come catalogare una pellicola in cui uno dei personaggi principali è proprio una ragazzina di undici anni che se ne va in giro armata fino ai denti, lasciandosi alle spalle una costante carneficina?
È la vendetta il tema portante di Kick-Ass
E viene filtrata attraverso l’ira dei giovani, visti poche volte così tanto in collera. Loro sono gli unici che hanno il coraggio di mettersi alla prova e aprire gli occhi per affrontare il mondo e lo faranno non senza pagarne le conseguenze.
Questo spettacolo, contagiato da un’energica originalità, è decisamente il risultato di scelte tecniche e artistiche azzeccate. Già in Wanted avevamo visto che il mondo creato da Mark Millar poteva benissimo brillare sul grande schermo.
Kick-Ass ne è la conferma.
E la standing ovation va all’intero cast: se tutti i più giovani (e vi segnaliamo la prova di Chloe Moretz che ruba lo show ai suoi colleghi) danno il massimo per approfittare della loro grande occasione, gli adulti riescono a essere liberi, divertendosi e suscitando non poche risate in sala. Mark Strong è nuovamente un cattivo doc, ma questa volta c’è anche spazio per un po’ di tenerezza paterna nel suo cuore. E ci fa davvero grande piacere ritrovare Nicolas Cage nella sua forma artistica migliore: nei panni di Big Daddy – il vigilante che imita il Batman della TV – l’attore ci regala una prova memorabile.
I cinecomics americani si fermano e ripartono proprio da Kick-Ass
Un film il cui coraggio e la cui forza ne faranno matrice da cui molti attingeranno.