Sarà che buon sangue non mente, ma Rebecca Miller, figlia di Arthur, sa come raccontare una storia. Con Il Piano di Maggie le riesce particolarmente bene, probabilmente perché avendo avuto a che fare con uomini dalla spiccata personalità per tutta la vita (è anche sposata con Daniel Day-Lewis) ha imparato a prenderli nella maniera giusta.
Come prova a fare Greta Gerwig con Ethan Hawke ne Il piano di Maggie
Lei, un insegnante che si innamora di un collega, professore di filosofia e talentuoso scrittore, oppresso dall’ingombrante presenza di una moglie tanto eccezionale quanto insicura. Maggie lo sprona a inseguire la sua carriera di romanziera, si sposano, hanno un figlio, ma lei scopre anche che gli uomini si adattano molto facilmente alle condizioni di comodo, se gli viene permesso. Lei non ce la fa più, e così inizia a elaborare un diabolico piano per rimettere a posto gli equilibri dell’universo…
Il piano di Maggie è una commedia newyorkese tra Woody Allen e Paul Mazursky
Scritta molto bene, diretta diligentemente, soprattutto magnificamente interpretata dal trio protagonista, in cui la moglie tradita è una eccezionale Julianne Moore. Molto più asciutta e pragmatica dell’altro contemporaneo neo cantore della Grande Mela, Noah Baumbach, la Miller riesce anche nell’impresa di dare una dimensione alla Gerwig, che quando diretta, invece che lasciata allo stato brado come ama fare il suo mentore e compagno di cui sopra, dimostra di essere un’attrice di ottimo talento. Ma lo spettacolo vero arriva tutto da Hawke e la Moore, che valgono da soli il prezzo del biglietto, anche se con il doppiaggio si perde purtroppo soprattutto il grande lavoro della Moore su voce e accento. Come sempre, un peccato, ma la presenza, per fortuna, quella resta.