Dark Crimes è il terzo film di Alexandros Avanas, regista greco che portò a Venezia nel 2013 Miss Violence, il pugno nello stomaco della Mostra del Cinema di quell’anno. Ma il regista è in questo caso la notizia meno importante. Dark Crimes è soprattutto una tappa di un percorso di riabilitazione per uno dei più importanti attori degli ultimi venticinque anni.
Dark Crimes, o anche “Jim Carrey, dove sei?”
Se lo sono chiesto in molti negli ultimi tempi, fino a quando l’anno scorso non è arrivato a Venezia con il documentario Jim & Andy: The Great Beyond. È stata quella l’occasione per Carrey di rivelare il suo disagio nei confronti di Hollywood e di quello che lo ha fatto diventare.
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Depresso cronico, ancora stordito dalla morte della sua ex fidanzata Catriona White, suicidatasi nel settembre del 2015, l’uomo noto anche come Truman Burbank arriva sul set di Dark Crimes meno di due mesi dopo. Location: Cracovia, Polonia. Ma tutto è tranne che una fuga.
Dark Crimes, Polonia Noir
Carrey interpreta un ispettore della polizia polacca, Tadek, caduto in disgrazia per non essere riuscito a trovare il colpevole dell’omicidio di un importante uomo d’affari coinvolto in un giro di prostituzione sado-maso e probabilmente altro. Ossessionato dall’indagine, Tadek si è dato alla bottiglia, e anche dopo essersi disintossicato non pensa ad altro. La moglie e la figlia sono due estranee ormai, soprattutto quando chiede di riaprire il caso per incriminare Kozlov, scrittore noto per i suoi romanzi intrisi di sesso estremo e violenza. Tadek è sicuro di essere sulla pista giusta e di poter così rimettere insieme la sua vita. Ma si sbaglia.
Dark Crimes, tutto è una storia vera
Dark Crimes è ispirato da un articolo di David Grann, redattore del New Yorker e autore, tra le molte cose, del romanzo da cui è tratto The Lost City of Z. Scritto nel 2008, l’articolo racconta esattamente quanto accade nel film, fatti che risalgono al 2000 riguardo la morte di Dariusz Janiszewski, anche businessman polacco.
Avanas resta affascinato dal caso e decide di trarne un film, ovviamente un noir a tinte forti, visibilmente ispirato da Abel Ferrara e dal suo Il cattivo tenente, e addirittura dal Pasolini di Salò, o le 12 giornate di Sodoma, omaggiato con chiarissimi riferimenti iconografici. Nel complesso, però, il regista greco osa troppo, tra atmosfere rarefatte, tempi dilatati e descrizioni sin troppo minuziose delle perverse violente di cui la storia è pervasa. Il risultato è un thriller lento, già visto e prevedibile, nonostante le ottime interpretazioni di Marton Csokas e una magnifica Charlotte Gainsbourg.
Dark Crimes, a tu per tu con i demoni
Ma la storia vera che realmente affascina è quella di una delle più grandi star americane dagli anni Novanta in più che attraverso un personaggio sull’orlo del precipizio cerca di espiare i propri peccati. Questo mistero non viene svelato nel finale di Dark Crimes. E probabilmente non sapremo mai la verità.