Ci sarà un motivo se tante attrici ancora oggi si cimentano (senza riuscire a eguagliarla mai) nell’interpretazione delle tante, celeberrime canzoni che Marilyn Monroe ha eseguito nel corso della sua carriera. La carica di energia, oltre che di intensa seduzione, che portava con sé quando si esibiva in un numero musicale, è stata ciò che maggiormente ha contribuito a fare di lei un’icona senza tempo. La prima canzone al cinema risale al 1948: la maliziosa “Every Baby Needs A Da Da Daddy”, di Allan Roberts, all’interno del film Orchidea bionda, che inizia con quel “Faceva freddo fuori da Tiffany”, che le fu notoriamente negato dalla scelta in seguito di Audrey Hepburn. Nello stesso film, di tutt’altro tenore è la romantica “Anyone Can See I Love You”, del grande Lester Lee: Marilyn non aveva ancora la sua identità ben definita, e si divertiva in direzione del look di Ginger Rogers.
Nel 1953 la bollente interpretazione di “Kiss” all’interno di Niagara viene presto eclissata dalla popolarità de Gli uomini preferiscono le bionde, non solo dal duetto con Jane Russell “Two Little Girls From Little Rock”, ma soprattutto per due brani come “Bye Bye Baby” e “Diamonds are a Girl’s Best Friend”, con danzatrici classiche dai lunghi tutù rosa che fingono un ballo di sala e lei, divina, sulle scale, imitata poi da Madonna e da Nicole Kidman. Lo stesso anno Miss Monroe incide anche dei brani non contenuti in pellicole, cosa che si ripeterà più volte nel corso della sua vita. La voce fintamente incerta, lo sguardo suadente mentre canta, nascondono la capacità di lavorare anche su passaggi particolarissimi.
Non possiamo soffermarci su tutte, ma “One Silver Dollar” ne “La magnifica preda”, gamba sinistra scoperta in mezzo a rudi cowboy, è nell’immaginario collettivo. Siamo nel 1954, quello di Follie dell’anno, un vero varietà-movie in cui numeri sontuosi vengono allestiti sulle musiche di Irving Berlin. Su tutti l’etnico “Heatwave”, ma non si può dimenticare “After You Get What You Want”, cantata al centro di un locale come Rita Hayworth in Gilda. E due anni dopo ne basta una sola, la versione biondo platino di “That Old Black Magic” per far innamorare Don Murray in Fermata d’autobus: Marilyn era eccezionale anche quando fingeva di non essere capace.
Il 1959 è l’anno del Golden Globe come Miglior Attrice in un Musical o Commedia. Billy Wilder la dirige in A qualcuno piace caldo. Quattro canzoni, quattro pietre miliari, da “Running Wilde” imbracciando l’ukulele, a “Some Like It Hot”, passando per la provocante “I Wanna Be Loved By You” e la struggente “I’m Through With Love”.
L’anno dopo si tenta di fare il bis: quattro canzoni in Facciamo l’amore.
Ma nonostante tutto, il brano che nessuno dimenticherà mai non è stato scritto per Marilyn. Il 19 maggio 1962 al Madison Square Garden di New York c’erano 15.000 persone. Dieci giorni dopo il Presidente Kennedy avrebbe compiuto 45 anni. Al piano sedeva Hank Jones. Marilyn Monroe uscì di fronte al pubblico avvolta in un abito scintillante color carne, e cantò gli auguri al suo presidente. Il resto è storia.
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