Evidentemente Non ci resta che piangere è un film che ha segnato generazioni di spettatori in tutto il mondo. Dopo Yesterday di Danny Boyle, per cui era impossibile non pensare a Massimo Troisi menestrello nel quasi 1500, adesso Countdown. Una diabolica app ti svela il momento esatto della tua dipartita. Insomma, ricordati che devi morire. Sì, mo’ me lo segno.
Scherzi a parte, Countdown fa parte della moderna categoria degli horror cuciti su misura sulle nuove tecnologie. D’altronde, al momento poche cose fanno più paura dei social e di quelli che li frequentano, o delle app che dovrebbero migliorare la vita, ma in realtà la controllano, attraverso ritmi e necessità sempre più spesso imposte, piuttosto che scelte.
Il conto alla rovescia per la morte è una metafora sin troppo chiara di che fine stiamo facendo.
Scena emblematica quando in meno di un minuto sei persone scaricano l’app per puro divertimento, consegnandosi nelle mani del demone che la concepita. Lo facciamo ogni giorno, in realtà, è spesso il Diavolo in persona sarebbe persona più raccomandabile nel gestire i nostri dati.
Countdown non può fare a meno di omologarsi allo stile Blumhouse
Produzione che ha dato nuova linfa al genere, celebrata probabilmente anche più del dovuto. Ma si sa, chi vince ha sempre ragione. Altrettanto scontata la scelta di una protagonista giovane, indipendente e bella, che deve combattere non solo contro il Male che viene dagli inferi, ma anche con quello, ben più prosaico, che prova a metterle le mani sotto il camice da infermiera, abusando del suo potere.
C’è un po’ tutto quello che serve oggi
Quindi, con un finale che sorprende per il contorto senso della giustizia, e con il cliffhanger, ben più scontato, che ci accompagna verso l’inevitabile sequel. Di cui certamente non si sentirebbe la mancanza. Come di un’app che consiglia che film andare a vedere in base a un algoritmo.