Come vi comportereste se aveste solo due mesi di vita? In un momento del genere chiunque si sentirebbe in dovere di pensare a sé stesso, di dire basta e provare a fare tutto quello che ancora non ha fatto. Ma nella maggior parte dei casi, non va realmente a finire così. Si finisce col morire in un letto d’ospedale e basta. Proprio quello che non ha voglia di fare Ann, la protagonista di La mia vita senza me, decisa a non sprecare le ultime settimane dei suoi ventitre anni.
Un tema difficile quello affrontato da Isabel Coixet
In questo film produttivamente apolide che fa di questa sua caratteristica ufficiale un punto di forza. L’essere libero da convenzioni socio-culturali proprie di una nazione d’origine asseconda un’atmosfera eterea che calza a perfezione con la questione trattata e in cui si muove a suo agio la brava Sarah Polley. La giovane protagonista de Il mistero dell’acqua vive i suoi ultimi giorni come in un lungo sogno, realizzando tutti i propositi tesi a non lasciare la sua vita realmente a metà.
Un bel film La mia vita senza me
Girato con mano sicura dalla regista spagnola sotto l’ala protettrice di Pedro Almodovar. Macchina a mano per tenersi vicina ai corpi e ai sentimenti, quelli che suscita negli altri questa donna straordinaria che riafferma, senza inutili propagande femministe, la superiorità nei confronti di maschi troppo bisognosi di una compagna a cui appoggiarsi per non perdersi nelle pieghe della vita.
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Anche per questo La mia vita senza di me è un film che dovrebbero vedere soprattutto gli uomini, per ricordarsi che il concetto di sesso forte è stato inventato da qualcuno con poca volontà.