Tornano i mutanti e in un periodo come quello che il mondo sta vivendo in questo momento, in cui la voglia di liberare lo straniero combacia con quella di bombardarlo e falciarlo con le necessarie e sufficienti raffiche di mitra quando manifesta il suo legittimo dissenso, si dovrebbero trarre non pochi insegnamenti da questo X-men 2.
Bryan Singer riesce a rendere ancora più personale e autoriale il discorso già intrapreso con il primo film, in cui riusciva a dare un coronamento hollywoodiano alla sua poetica del diverso già affrontata nei precedenti film, dall’esordio di Public Access fino al sottovalutato L’allievo.
I mutanti vengono visti come una minaccia per il futuro di una società basata sull’omologazione e come tali devono essere distrutti o, dove possibile, normalizzati e asserviti, così da poter assolvere compiti più o meno sporchi nell’ambito del vivere civile. In parole povere, la Storia insegna ben poco al genere umano, ma questi eroi di carta hanno dato tanto a Singer, permettendogli di ampliare il suo bagaglio tecnico, migliorando dove era lacunoso (anche se c’è; da chiedersi quanto abbia realmente diretto lui e quanto Brian Mirz, regista della seconda unità).
Ciò che più interessa, comunque, sta proprio nel tentativo, riuscito molto più; in questo episodio, di dare al cinema dei fumetti una dignità cinematografica, riuscendo a sviluppare le psicologie e le problematiche dei personaggi, fondamentali nei comic books per poter dare spessore all’eroe di turno, in modo tale da poter dare alla storia uno sviluppo più lineare e ricco di argomenti. Una cosa già riuscita a Sam Raimi con Spider-man e, anche se solo in parte, al Burton dei primi due Batman.
X-men 2 vede ancora in primo piano Wolverine
Logan è sempre alla ricerca della verità sul suo conto. Ma ci mostra anche una Tempesta molto più vicina alla figura che conosciamo dai fumetti, leader dura e risoluta, mentre Ciclope appare anche in questo caso ai margini, sparendo completamente per gran parte del film. Ma la vera sorpresa viene dallo sviluppo di Jean Grey, personaggio che Singer ha fatto completamente suo, plasmandolo e avvolgendolo di una sorprendente aura mistica.
Al fianco del gruppo storico, ci sono naturalmente le new entry, su cui spicca Nightcrawler, interpretato da un ottimo Alan Cumming, e non sono da trascurare le molte sottotrame che si dipanano in questo secondo episodio, dal destino di Pyro alla storia d’amore tra Rogue e Iceman, fino all’attrazione tutta fisica tra Mistique e Wolverine, elementi che contribuiscono a fare di X-men una saga cinematografica dall’interessante futuro.