Ipocondriaco e terrorizzato dai rapporti umani, Ben Stiller in …e alla fine arriva Polly tratteggia uno dei suoi personaggi più efficaci, supportato da una perfetta Jennifer Aniston, spalla comica efficacissima. Abbiamo incontrato l’attore a Roma, in occasione della presentazione italiana del film diretto da John Hamburg.
Ben Stiller, a Hollywood ci sono sempre di più sodalizi tra un attore e un regista che cercano di cambiare un po’ le regole di Hollywood. Oltre a lei e John Hamburg mi vengono in mente Steven Soderbergh e George Clooney…
Ben Stiller: Siamo una coppia simile a Soderbergh e Clooney, ma siamo molto più belli! Scherzi a parte, credo che tutti quelli che stanno cercando di cambiare le regole Hollywood, stiano seguendo lo stesso percorso, ovvero capire prima di tutto la sensibilità del grande pubblico.
Quanto c’è di suo nel personaggio di Reuben?
Ben Stiller: Non sono così ossessivo, non mi preoccupano i germi, non faccio calcoli o statistiche, tra l’altro non sono bravo in matematica e il mio apparato digerente funziona meglio del personaggio. Faccio anche io dei programmi nella vita, ma non mi lascio vincolare come fa Reuben. E poi a me piacciono le noccioline dei bar…
Com’è stato lavorare con Jennifer Aniston?
Ben Stiller: un’esperienza straordinaria, soprattutto per un film di questo tipo. È un’attrice molto disciplinata, ha un atteggiamento molto professionale, ascolta i colleghi e il regista, e non sempre succede con una star così dotata. Per me è stato bellissimo averla nel team.
A proposito di Hollywood, si parla da tempo di un suo film che mette alla berlina alcuni atteggiamenti della mecca del cinema.
Ben Stiller: È un progetto in via di sviluppo, l’adattamento è diventato finalmente una buona sceneggiatura. Sarà un film a budget non proprio basso. C’è una certa resistenza da parte degli studios a fare film su Hollywood, non vogliono far vedere ciò che c’è dietro le quinte, ecco perché ho dovuto aspettare tanto. Sei anni fa dovevo interpretarlo, ma ora sono troppo vecchio per il ruolo, per cui dovrò anche trovare un attore in grado di farlo.
La sua comicità prende spesso di mira i divi e il loro modo di comportarsi, ma anche gli aspetti distorti della società moderna.
Ben Stiller: Mi piace analizzare come i mass media si cibino del divismo. Ma l’intera pop culture si presta molto alla satira, all’ironia e si sposa molto con il mio modo di fare comicità.