Gli zombie sono i nuovi vampiri, non ci sono dubbi. Dopo The Walking Dead e Warm Bodies, senza dimenticare i classici morti viventi di George A. Romero e i 28 giorni, settimane e prossimamente mesi di Danny Boyle, ecco arrivare World War Z, titolo a lungo atteso, più volte rimandato, che finalmente vedrà i fasti del grande schermo il 27 giugno 2013, distribuito da Universal Pictures Italia in contemporanea con gli Stati Uniti e il resto del mondo.
Un mondo che nel romanzo omonimo di Max Brooks, figlio di Mel e Anne Bancroft, tanto di cappello già per i natali, è stato devastato da una pandemia proveniente dalla Cina che sta velocemente azzerando la popolazione umana, sostituita da affamati morti viventi. Edito in Italia dalla Cooper, che pubblicherà in contemporanea all’uscita del film anche Zombie Story e altri racconti, La guerra mondiale degli Zombie è un romanzo epistolare che racconta, attraverso le esperienze di alcuni sopravvissuti, un mondo senza più regole e speranza, con un’ironia, dramma e una lucidità socio-politica che solo un autore abituato alla scrittura satirica è capace a trasmettere.
Elementi questi che si notano a dire il vero poco nei quaranta minuti che abbiamo potuto vedere in anteprima di due mesi sull’uscita grazie alla Universal Pictures Italia, che considera, giustamente, World War Z un blockbuster estivo, uno dei film che, insieme a L’uomo d’acciaio e il secondo episodio di Wolverine, potrà sollevare le sorti dell’asfittico box office estivo italiano.
Le premesse ci sono tutte, perché il film diretto da Marc Foster, già alla regia del Bond dell’era Craig meno apprezzato, Quantum of Solace, e interpretato e prodotto da Brad Pitt sembra essere un prodotto di valore assoluto.
Il footage che abbiamo visionato parte con una sorpresa e un flashback che ci porta in una grande metropoli americana. Quello che sembra un normale ingorgo si trasforma nell’inizio dell’incubo, in cui un’orda di umani infetti da un misterioso virus si avventano sulla popolazione sana, contagiandoli e diffondendo il morbo in maniera esponenziale. Nel traffico è incastrato con la sua famiglia anche Gerry Lane, agente speciale delle Nazioni Unite specializzato in emergenze pandemiche, che riesce miracolosamente a salvarsi e a raggiungere una portaerei dove mettere in salvo la moglie e le due figlie, prima di iniziare a girare il mondo con una task force per trovare il paziente zero e porre fine alla distruzione della razza umana.
World War Z non è un semplice film di zombie
Ma qualcosa di decisamente più complesso. Si notano delle venature politiche e sociali di grande spessore, soprattutto nel segmento girato nella Gerusalemme fortificata in cui finalmente si uniscono israeliani e palestinesi. Quello che però maggiormente colpisce è la potenza delle immagini, le magnifiche sequenze di massa con le orde di zombie che assalgono gli umani coordinate con maestria e uno stile molto asciutto e funzionale, fatto di campi e controcampi che rendono le pur concitate azioni molto chiare allo spettatore, qualità che nel moderno cinema d’azione si va sempre più perdendo. Una caratteristica che Forster riesce a gestire bene sia nei grandi spazi che nelle sequenze più claustrofobiche, come la scena all’interno di un volo di linea che porterà Lane da Israele in Italia, dove incontrerà anche il nostro Pier Francesco Favino, anche lui nel cast del film e sorpresa iniziale del footage.
A proposito del cast, oltre Brad Pitt, perfettamente a suo agio nei panni del salvatore dell’umanità (anche la pettinatura aiuta molto, in questo caso), troviamo Mireille Enos, star della versione americana di The Killing, una delle serie televisive più apprezzate delle ultime stagioni, Matthew Fox, il mitico dottor Jack Shepard di Lost, David Morse (evidentemente omaggio a L’esercito delle 12 scimmie la sua presenza) e James Badge Dale, energetico villain in Iron Man 3.
Da queste prime scene, sappiamo già che c’è un modo per salvare l’umanità dalla distruzione. Per scoprire se Brad Pitt ce la farà, aspetteremo insieme il 27 giugno, ma di World War Z torneremo a parlare presto. Zombie permettendo, ovviamente.