Non dev’essere facile avere sempre la responsabilità di essere i migliori. Bisogna avere le spalle larghe, sopportare le critiche per poterle superare, dare sempre il massimo. Questo è quello che succede alla Pixar quotidianamente, perché per diventare l’eccellenza bisogna faticare, sbagliare, ricominciare da capo e farlo meglio. Era lo stile di Steve Jobs, è ancora quello di John Lasseter, e i risultati di questa assoluta dedizione nei confronti del processo creativo
si vedono, una volta l’anno, con puntualità svizzera.
Così, dopo il tripudio di colori e tecnologia di Cars 2, la Pixar torna indietro nel tempo e rende omaggio a un maestro dell’animazione come Hayao Miyazaki raccontando la storia di una principessa scozzese che viene guidata dagli spiriti della foresta alla scoperta di sé, un viaggio pieno di colpi di scena durante il quale la giovane Merida capirà quanto meravigliose e importanti siano le cose di cui le ha fatto dono la vita.
Ribelle – The Brave è un altro gioiello della tecnica, ma questo non fa più notizia. Molto importante è invece l’ennesimo tassello che la major mette nel suo mosaico narrativo, affrontando per la prima volta il difficile passaggio di una giovane donna dalla fanciullezza all’età adulta. Sebbene i contrasti familiari siano già stati al centro di opere precedenti, come Gli Incredibili e Alla ricerca di Nemo, questa volta la sfida era davvero notevole ed è stata vinta dai registi Brenda Chapman, Mark Andrews e Steve Purcell, che hanno portato sullo schermo una storia magica e dalle profonde implicazioni ambientaliste, ma soprattutto un film che ha una semplice, e quindi molto efficace, struttura da teen movie Disney. A questo si aggiungono le atmosfere tipiche del cinema di Miyazaki, le cui atmosfere vengono rielaborate con uno stile e soprattutto un ritmo tutto occidentale.
Una commistione vincente che fa di Ribelle un’opera perfettamente inscritta nella filmografia Pixar e dalla qualità complessiva molto elevata, ma la cosa più importante è la prospettiva che questo film apre per Lasseter e soci, sempre più concentrati sul riuscire a unire la loro capacità di sfornare capolavori con il cinema mainstream che ha fatto la fortuna della casa madre. Quando troveranno la formula, non riusciremo più a chiudere la bocca per lo stupore.