Eccoli qua, Simon Pegg e Nick Frost, comodamente seduti su un lussuoso divanetto i due brit-genius che hanno costruito la loro fortuna prima su serial televisivi che hanno fatto ridere tutto il Regno Unito e poi su commedie da esportazione che hanno preso in giro i generi più gettonati del botteghino.
Prima erano gli zombie (L’Alba dei Morti Dementi), poi i buddy movie polizieschi (Hot Fuzz) e ora… sua Maestà la fantascienza!
Simon Pegg e Nick Frost. Amici da sempre il primo attore a tutto tondo e con un cognome improponibile (Beckingham) che ha dovuto abbandonare sul viale della celebrità, il secondo più improvvisato ma con una verve comica che buca lo schermo, sono i due motori di Paul, ovvero E.T. nel nuovo millennio.
Prima di tutto, tristemente sapete che sia L’Alba dei Morti Dementi che Hot Fuzz in Italia non hanno avuto una gran distribuzione. Il primo direttamente in DVD e il secondo in sala con pochissime copie. Paul sarà il vostro primo film a uscire in maniera “pesante”, grazie al successo che hanno avuto i precedenti in home video. Come vi sentite e perché le persone dovrebbero venire al cinema?
S.P. Beh è fantastico poter finalmente raggiungere una così grande fetta di spettatori, ma è altrettanto bello aver raggiunto un po’ di notorietà attraverso l’home video, vuol dire che siamo piaciuti e che c’è stato una sorta di passaparola. Tra l’altro l’Italia è uno dei Paesi che produce un cinema interessante e quindi è bello poter essere anche li.
N.F. Credo che Hot Fuzz possa essere un’ottima introduzione al tipo di cinema che facciamo. D’altronde non è che ci preoccupiamo di come e quando un nostro film verrà distribuito nel mondo, quello che ci interessa è cosa giriamo.
S.P. Già gli italiani devono convincersi ad andare a vedere due faccioni inglesi che magari conoscono poco, speriamo che alla fine il film non esca come Paolo, suonerebbe malissimo!
Ma già vi conoscono state tranquilli, se non per le vostre performance televisive o per le due “parodie” precedenti, quanto meno per la partecipazione ad altri progetti. Simon ha fatto Scotty in Star Trek e quindi ha uno zoccolo duro di fans, e tu Nick stavi in quella bella chicchetta che è I Love Radio Rock, quindi siete a posto.
Si è vero io ho fatto Star Trek solo per avere dei fans adoranti.
Il film è una produzione ad alto budget, non fosse altro che per Paul, vi sentite sotto pressione per l’esito al botteghino?
Io non credo che uno debba decidere di fare un film ad alto budget e poi preoccuparsi di come spenderà i soldi o se ne farà. Noi dovevamo soprattutto curarci di chi portare a bordo, per così dire, e del soggetto.
Se ti danno 50 milioni di dollari vuol dire che si fidano di te punto. Se si passa il tempo a pensare come andrà un film al box office, si rischia di non girarne mai nessuno.
Ci siamo veramente divertiti molto a fare questo film e l’unica cosa che conta e fare qualcosa in cui credi e che ti piace, altrimenti perderesti il rispetto di te stesso.
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Come mai avete deciso di avere un protagonista interamente generato al computer?
La verità? Ci era piaciuto Il Signore degli Anelli e volevamo il nostro Gollum!
No, era molto intrigante avere una creatura così fantastica all’interno di un contesto così ordinario. Insomma Gollum alla pompa di benzina, ecco l’immagine che avevamo in mente.
La CGI ci ha dato l’opportunità di realizzare questo con un grandissimo realismo. Pupazzi, modellini o animazione a “passo uno” non avrebbero consentito questa libertà, ma soprattutto un risultato così realistico.
E’ una scelta rischiosa comunque, il personaggio potrebbe essere ridicolo…
Si questa è la vera sfida! Ti ritrovi per le mani uno strumento potentissimo, visto che puoi fare praticamente qualsiasi cosa quindi devi stare attento a non “svaccare”.
Di fatto hai un attore che puoi comandare a tuo piacimento, perché questo è Paul: un vero e proprio attore!
Quanto è importante la fantascienza per voi?
Siamo dei fans sfegatati del genere. Credo che la prima cosa che abbiamo visto è stato Incontri Ravvicinati, ed era sorprendente. Ad ogni scena ti stupivi di qualcosa, anche se quello che restava più impresso era l’enorme astronave madre.
Certo da bambini si vive tutto con un’emozione diversa, una continua sorpresa, grande eccitazione ed è quello che abbiamo cercato in un certo qual modo di ricreare dentro Paul.
Si dice che avevate in mente questo film sin dal 2003, potremmo quasi dire che è il vostro Avatar o sbaglio?
In realtà l’embrione dell’idea era girare in America, negli stati del Sud, lontano dalla continua pioggia inglese che aveva funestato il set del nostro film sugli zombie. Non appena deciso questo abbiamo iniziato a pensare a un soggetto e siamo così passati dalla commedia quasi parodistica a questa trama più strutturata. In un certo senso è il nostro “Baby Avatar”.
C’è da dire che i vostri film non sono mai delle semplici parodie, piuttosto delle vere e proprie commedie con numerosi riferimenti ad un preciso genere. Credete che questo sia effettivamente un plus valore rispetto a produzioni simili?
Certamente si, Se pensiamo al precursore del genere, L’Aereo Più Pazzo del Mondo, era una vera e propria commedia, peraltro ampiamente ispirata al film Ora Zero, e non un’accozzaglia di citazioni senza senso come un Epic Movie per esempio.
Noi non potremmo mai fare film come quello, che sono una sorta di bidone per lo spettatore. In realtà si tratta di film creati dal marketing che decidono di sfruttare un filone.
Non credo che mi potrei guardare allo specchio dopo aver fatto una cosa simile, perché la storia è l’anima del film ed è da quella che si parte, qui l’idea dell’alieno e dei personaggi a cui poi si sovrappone la commedia.
E’ meglio fallire nel tentativo di fare un film in cui si crede che incassare milioni di dollari con una marchetta.
Meglio allora 3 grandi film in 5 anni o 5 ottime stagioni di una serie TV?
Sicuramente 3 grandi film.
E se poteste scegliere di girare voi un grande classico, quale sarebbe?
Ora vi stupiremo! Elliot il Drago Invisibile, il vecchio film della Disney con un mix di attori e animazione. Credo che con la tecnologia di oggi si potrebbe fare qualcosa di incredibile.
Si potrebbe rimettere mano a molti vecchi classici facendo cose molto interessanti, il problema è che oggi gli eventuali remake sono sempre in un’ottica di recuperare un franchise o qualcosa che abbia una forte componente di marketing e che quindi possa incassare molto. Torniamo al discorso di prima che alla fine contano i soldi, Hollywood è governata non più dai creativi ma dagli incassi.
Comunque se non fosse un film così spettacolare, sarebbe bello rifare Un Giorno di Ordinaria Follia.
E adesso?
State tranquilli, niente sequel.