Un secolo e passa di storia della Settima Arte sarebbe dovuto bastare per insegnare agli addetti ai lavori che un clamoroso successo editoriale non è detto che si tramuti in un altrettanto clamoroso successo cinematografico. L’ennesima dimostrazione arriva da Hollywood, che in quanto a insuccessi nel campo delle trasposizioni ha da sempre avuto una voce in capitolo. L’ultimo in ordine di tempo è Che cosa aspettarsi quando si aspetta, adattamento dell’omonima guida best seller scritta da Heidi Murkoff e Sharon Mazel.
A firmare l’operazione il regista del folgorante Svegliati Ned, Kirk Jones, che nel trasferire al cinema la matrice letteraria perde lo smalto dei giorni migliori. Ne viene fuori una fiacca commedia corale con un discreto parco attori che fa di tutto e di più per tenere a galla uno script capace di strappare solo qualche sorriso compiaciuto. La struttura narrativa si appoggia al tradizionale palleggio in parallelo tra le varie storie messe in scena, con la più
scontata delle reunion a chiudere il cerchio.
A proposito di storie di gravidanza la mente non può non tornare a film recenti come Molto incinta, Travolti dalla cicogna o La guerre est déclarée, perché quello diretto dal regista inglese bisogna al più presto dimenticarselo.