Il 27 novembre del 2009 usciva nelle sale italiane (500) giorni insieme, ovvero (500) Days of Summer. Possiamo considerarlo ormai un cult movie, merito dei tanti elementi che si sono miracolosamente combinati insieme. Una sceneggiatura perfetta, quanto la coppia protagonista, Joseph Gordon-Levitt e Zoe Deschanel, ovvero Tom Hansen e Sole (Summer) Finn, i protagonisti di quella che non è una storia d’amore.
Any resemblance to people living or dead is purely accidental… Especially you, Jenny Beckman… Bitch.
Il film si apre con il cartello, nel senso più programmatico del termine, che enuncia le intenzioni del regista Marc Webb. Raccontare le cose come stanno. Le storie d’amore sono complicate. Soprattutto nel terzo millennio. Dimenticate Harry ti presento Sally, anzi no. Perché Tom e Sole sono gli Harry e Sally post 11 settembre e crisi immobiliare, nell’era di internet e dei social. Loro non hanno proprio mai preso in considerazione l’idea di essere amici. Loro volevano altro. Ognuno di loro due, però una cosa profondamente diversa.
Rivedendolo dieci anni dopo, con un po’ di cinismo in più, e magari qualche drink di troppo, qualche pensiero fa capolino. Ma Sole è veramente la grande stronza che è? O forse è Tom quello egoista? Attenzione, non c’è nessuna paura weinsteniana ad alimentare questi dubbi. È il tempo, che tutto cura, ma che fa vedere le cose anche sotto luci molto diverse. Tanto che…
(500) giorni insieme: e se arrivasse un sequel?
L’ipotesi non è campata in aria. Sia Zooey Deschanel che Joseph Gordon-Levitt hanno già detto, sia insieme che separati, che sarebbe molto bello, ma soprattutto interessante. Summer, cioè Sole, insomma, Zooey, ne ha parlato a giugno in un intervista.
“Sarebbe fantastico, Joseph e io ne discutiamo spesso. Sarebbe bello poter fare (500) Days of Tom dal punto di vista di Sole”.
Un paio di mesi prima, durante un’amabile conversazione con Larry King, il suddetto Joseph ha confermato che “Zoeey e io parliamo spesso di un eventuale sequel dal punto di vista di lei”, e ha sviluppato ulteriormente il concetto.
“(500) giorni insieme è la storia di una coppia raccontata però da un solo punto di vista. È normale che lo spettatore si identifichi in quello che il personaggio riceve, ma la storia ha molti più livelli di lettura. Spesso mi dicono quanto gli sia piaciuto il film e perché il personaggio di Zooey dovesse essere così tremendo. Ma secondo me non è così, e questo è il bello dei film, che hanno sempre letture diverse a seconda delle persone. Francamente, io credo sia colpa di Tom se le cose sono andare a finire così. Tom non ascolta, e questo è il messaggio del film. Devi ascoltare la persona che hai di fronte”.
Insomma, come distruggere dieci anni di sogni per milioni di maschi convinti di essere tutti Tom Hansen, dalla parte della ragione e maltrattati da una donna orribile. E invece, magari le cose non stanno per niente così.
Perché è così che funziona la vita di coppia, e soprattutto, è così che funziona quando la coppia scoppia. Rancore, ovviamente convinzione assoluta di essere l’incarnazione stessa della giustizia contro l’ingiustizia, il tutto condito da alcool, karaoke, junk food e depressione. Un classico
Ma non dimentichiamo questa storia del sequel. Perché è vero che tutti avremmo voluto vedere (500) days of Autumn, ma non sarebbe stata una storia così interessante. Così come non lo sarebbe la minestra riscaldata di Tom e Summer 10 anni dopo, anche perché non c’è posto per degli altri Jesse e Celine in questa città. Ma sarebbe davvero interessante se dieci anni dopo Sole, trovando magari un vecchio biglietto d’auguri, ripensasse alla storia con quel Tom Hagen. A quanto la cambiò. E quanto magari cambiò anche lui.
E come adesso sono diventati delle strane specie di animali notturni. Che cosa straordinaria la combinazione di amore e tempo. Può trasformare una commedia romantica in un dramma a tinte fosche.
E farti guardare le panchine con sospetto. E sempre meno speranza.