Arrivare in edicola e vedere nella rastrelliera dei fumetti un nuovo eroe è sempre una bella sensazione. Soprattutto se il vestito è quello che ha fatto grande il fumetto in Italia, il “formato Bonelli”. Ma in questo caso fa ancora più piacere, perché la casa editrice ha la stessa iniziale, ma una storia tutta da costruire. Anche grazie a questo nuovo eroe, ovviamente con la stessa iniziale per nome e cognome. Diamo il benvenuto, quindi, a Samuel Stern.
L’edicola, un luogo fisico, non uno store on line, una volta la più grande catena distributiva italiana, oggi in calo apparentemente irreversibile a causa della crisi dei quotidiani. Nel 2001 erano 36.000 sul territorio nazionale. All’inizio di quest’anno se ne contavano poco più di 15.000. Eppure, nonostante questi dati, la sfida della Bugs Comics, factory romana nata cinque anni fa e con già qualche soddisfazione nel portfolio, è non solo coraggiosa, lodevole e da sostenere. Ma molto probabilmente anche lungimirante.
Il mercato del fumetto, sdoganato in questi anni dalle opere di Gipi, Zerocalcare, Igort, si è spostato nelle librerie, prendendosi una visibilità volta impensabile per quella che per anni è stata considerata nemmeno un’arte, ma un intrattenimento per ragazzi. Li chiamavano “giornaletti”, anche se esisteva Il giornalino, ed esiste ancora, con i sui 93 anni di storia e una sfilza di grandi del fumetto che negli anni ci hanno disegnato e scritto. Passando da un estremo all’altro, pochi hanno divulgato la cultura del fumetto più dell’Editoriale Universo, che pubblicava Il Monello e Intrepido. Per non parlare de Il corriere dei ragazzi, o dell’Editoriale Eura, oggi Aurea, che aveva Skorpio e Lanciostory, e che per prima provò a confrontarsi con Bonelli con lo stesso formato, prima con Dago, e poi con Detective Dante e John Doe. Entrambi personaggi di cui è co-creatore Roberto Recchioni, oggi curatore di Dylan Dog.
Samuel Stern inizia la sua avventura in edicola nello stesso giorno in cui l’Indagatore dell’Incubo creato da Tiziano Sclavi va all’altare con Groucho, in un albo, già da tempo annunciato, che segnerà una svolta nella vita del personaggio. Nel bene o nel male, questo si vedrà.
A Samuel Stern auguriamo tanta fortuna
Per tutte le ragioni di cui sopra, e per un’altra, fondamentale, che accomuna tutti i consumatori seriali di fumetti. L’acquisto del numero 1. Una sensazione che solo l’uscita in edicola può dare, e che segna tutto il futuro rapporto di un lettore con la serie. Soprattutto se in giovane età, perché crea una simbiosi con il personaggio. A me accadde per DyD, che fu poi superato da Nathan. Conosco chi non può fare a meno di Dampyr e chi aspetta Julia come a un appuntamento galante. Non ricordo orfani di Gregory Hunter, lo ammetto.
Samuel Stern, libraio esorcista
Al centro dell’universo di Samuel Stern c’è una visione diversa del concetto di anima, che viene spiegato nella pagina introduttiva curata da suo socio, Angus Derrylong, che immaginiamo sarà un classico appuntamento mensile. Il discorso centrale dei creatori di Samuel Stern, Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro, è indagare sulle origini del dolore che c’è in ognuno di noi. Josephine Hart lo chiamava “il danno”, loro lo chiamano “l’ombra”, ma il succo è lo stesso. Quel momento, quella frase, quel gesto che ha indelebilmente segnato la nostra anima, intesa in maniera più o meno agnostica.
Una base molto interessante, che fa riflettere e ricordare, infondendo alla lettura un sano disagio, necessario quando ci si confronta con un’opera d’ingegno. Il vero terrore per un autore deve essere l’indifferenza nei confronti della sua opera, e “Il nuovo incubo”, la prima avventura di Samuel Stern, certamente non ha questo problema.
Anche grazie ai bei disegni di Luigi Formisano, napoletano, 25 anni, un talento che si farà. Alle copertine c’è Maurizio Di Vincenzo, che ha all’attivo non poche storie di Dylan Dog e Magico Vento, tra le molte cose. Matite navigate e giovani scavezzacollo, di solito così le cose finiscono con il funzionare bene.
Per essere sicuri, andate in edicola. Lunga vita all’edicola. Lunga vita a Samuel Stern.