Una donna non più giovanissima, incapace di connettersi con la società, con una madre oppressiva, e naturalmente portata alla distorsione della realtà, per non dire semplicemente alla menzogna. Questo è l’identikit, per sommi capi di Nancy.
Una vita allo sbando, con la convinzione costante di non essere mai stati realmente lei. Una condizione che si acuisce quando Nancy si mette in testa di essere stata rapita da bambina, e di avere finalmente ritrovato I suoi veri genitori. Decide allora di andare da loro, e scoprire la verità.
Come finisce Nancy non si deve svelare
Ma come tutti le storie che raccontano in realtà tutt’altro rispetto alle apparenze, non importa neanche tanto. Quello che importa è che Christina Choe, al suo esordio nel lungometraggio dopo alcuni corti di eccellente fattura e una bella serie documentaria sulla Corea del Nord, ha affrontato con grande efficacia e sensibilità una serie di delicatissimi temi.
La solitudine, l’abbandono, la perdita, tutte ferite, dolori, che nella società contemporanea, in cui tutto si urla, si condivide, si mette in tavola con imbarazzante facilità, vengono qui trattati con un’attenzione oggigiorno rara. Le non poche psicosi di Nancy si svelano presto per quello che sono realmente, difese che non la rendono però totalmente immune dalle spore che la circondano. Nancy è un film di luoghi, che a seconda di chi li abita diventano trincea o rifugio. Il mondo è una perenne zona di confine, come I sentimenti di Nancy, in perenne conflitto tra loro.
Andrea Riseberough, attrice magnifica che meriterebbe ben più considerazione, è perfetta nel ruolo della protagonista. Steve Buscemi e Jean Isabel Smith mettono al servizio di questa coppia, segnata dalla tragedia di avere visto loro sottratta la figlia, una misura ferma e struggente. John Leguizamo, sfortunato spasimante di Nancy, si godrà I prossimi anni della sua carriera da caratterista ricercato.
Passato a Sitges Festival 2018, Nancy è uno di quei film che si cerca di tenere lontani, per paura di scoprire che è tremendamente vicino. E come succede in questi casi, meglio guardare in faccia la realtà che andarci a sbattere quando è troppo tardi.