Era l’aprile del 2000 quando il numero 1 di Dampyr uscì in edicola. Sono trascorsi vent’anni e le avventure di Harlan Draka si sono fatte sempre più avvincenti, più complesse, i suoi protagonisti sono evoluti e hanno intessuto relazioni, abbiamo avuto perdite e new entry. Quando arrivò per la prima volta tra le nostre mani, Harlan Draka doveva essere una valida alternativa horror a Dylan Dog – che poi incontrerà, come ben sappiamo – sempre rimanendo in casa Bonelli. Laddove l’Indagatore dell’Incubo era fascinoso, quasi sempre fisso a Londra, più cerebrale che altro, Harlan era un nomade (come si confà alle sue origini), poco umano, rude e muscolare. E supportato da altre tradizioni, meno letterarie e più storico-antropologiche, almeno nella maggior parte dei casi.
Tuttavia anche Harlan ha il suo fascino: del resto ha il volto di Lenny Nero, ovvero Ralph Fiennes in Strange Days (e l’attore lo sa bene, nel caso ve lo domandaste, glielo abbiamo chiesto di persona), ma il fisico è più massiccio. Nel primo numero, che è un prologo a quelle che saranno poi le sue avventure, è solo un ciarlatano che non sa nemmeno di essere chi è, poi la sua figura evolve di colpo. Muscoli e cervello, Harlan Draka vive a Praga, dove gestisce una libreria di testi rari e antichi, ma nelle sua doppia vita combatte i vampiri.
Il Dampyr, una leggenda antica
La letteratura vampirica è qualcosa di diffusissimo in tutto il mondo, non solo a Occidente. Da quando Il Vampiro di Polidori ha visto la luce – si fa per dire – la figura di questo mostro si è fatta romantica e affascinante, ma non è sempre stato così. Ogni cultura ha prodotto, da sempre, miti vampirici, anche culture lontanissime e antiche, mai entrate in contatto fra loro. Sono in molti a pensare che, per questo, i vampiri esistano o siano quantomeno esistiti, magari diversamente, magari vittime di qualche deformazione o malattia che poi la superstizione e il folklore hanno reso ciò che oggi conosciamo.
Fra le varie leggende c’è quella del Dampiro. Partorito dalle culture balcaniche, in primis quella Rom, il dampiro è il nemico giurato di un vampiro, che pure lo ha generato. Figlio di un vampiro e di una donna umana, che il più delle volte muore dandolo alla luce, è anche detto Figlio del Diavolo. E sua madre è ovviamente marchiata a vita come strega, essendo una che si accoppia con un demonio… Il nuovo nato ha un sangue speciale, letale per colui che lo ha generato e tutti quelli della sua specie. Il padre solitamente torna indietro a uccidere la sua progenie, ma capita che ciò non accada. Questa leggenda, molto più antica di quanto si pensi, ha dato vita a diverse opere letterarie. Nei fumetti c’è stato Blade per la Marvel, da cui sono stati poi tratti i film con Wesley Snipes, e poi Dampyr, il nostro eroe bonelliano.
Harlan è nato nel 1945, quando la Seconda Guerra Mondiale stava finendo, e ha ucciso sua madre venendo al mondo. Tre vecchie signore sono state le levatrici, tre zie che poi diventeranno affascinanti donne che avranno un ruolo cruciale nel sedurre nazisti e diventare spie per sconfiggerli, tre creature che scopriremo più avanti essere le tre parche che hanno i fili delle vite di tutti noi. Harlan invecchia molto lentamente – a cinquant’anni ne dimostra la metà – è forte, intelligente, arguto. Non disdegna mai la bottiglia, si scoprirà amante della lettura e del sapere. Ma soprattutto, il sangue di Harlan è veleno per i vampiri. Girerà il mondo, si troverà spesso in scenari di guerra, poiché i vampiri là possono mietere vittime quasi indisturbati.
Dampyr vent’anni dopo
Fa un certo effetto rileggere il numero 1 di Dampyr vent’anni dopo. Questo eroe nato dalle menti di Mauro Boselli e Maurizio Colombo ha poi avuto tantissimi autori e disegnatori, un’evoluzione incredibile ed è stato evidente sin da subito che, affiancato proprio a Dylan Dog, lui era quello destinato a un pubblico leggermente più maturo, meno adolescenziale, più attratto da culture radicate anziché da mostri sanguinari e misteri alla Stephen King. Avrebbe dovuto essere una miniserie all’interno di Zona X, ma poi ha preso vita propria, con dei personaggi di tale spessore. Aveva una marcia in più, Harlan, insieme all’ex soldato Kurjak e alla bellissima Tesla, vampira liberata e di lui disperatamente innamorata, destinata a non poterlo toccare mai. Quando arriva Caleb Lost, con il volto di un giovane David Bowie, i lettori letteralmente impazziscono: gli arcangeli combattono al fianco dei nostri eroi, gli arcangeli accolgono un’anima dannata come Tesla. E le evoluzioni che poi si apriranno addirittura alle teorie del multiverso accompagneranno tutti gli episodi bellici, storicamente accurati, di questa magnifica serie.
Sono passati vent’anni e Harlan ha sempre lo stesso tormento. Il conflitto con suo padre, per il quale lui stesso è un’arma mortale. Lo odia perché è un mostro, eppure ricerca continuamente la sua approvazione, se non addirittura il suo affetto. Si domanda se abbia mai amato sua madre o la abbia solo usata. Si chiede se lui stesso sia stato generato come frutto di quell’amore, o se suo padre lo abbia messo al mondo solo per usarlo, perché diventasse un’arma contro i suoi nemici. E qualora dovesse trovarsi di fronte alla scelta, Harlan ucciderebbe suo padre?
Uno dei miei giochi preferiti di viaggio era trovare un cast adatto per un film tratto da Dampyr. Sono trascorsi vent’anni e quel film è in produzione, previsto per il 2021, Covid permettendo.