È di pochi giorni fa l’intervista a Giancarlo Leone a firma di Ilaria Ravarino, comparsa su Cinecittà News, in cui il Presidente dell’APA auspicava una possibile apertura dei lavori sui set cinematografici a fine giugno. Ieri sera, a sorpresa come se il discorso fosse stato scritto dagli sceneggiatori de Gli occhi del cuore 2, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato la riapertura dei set cinematografici con la fase 2, ossia il 4 maggio.
Premettiamo che se la macchina produttiva del cinema si rimettesse in moto, noi saremmo i primi a gioirne, visto che i benefici ci arriverebbero per ultimi e si accorcerebbero i nostri tempi di attesa, ma vorremmo analizzare quanto dichiarato per non alimentare il solito polverone. A noi sta a cuore la salute di chi lavora nello spettacolo, indifferentemente di artisti e maestranze, perché la vita ha tutta lo stesso valore. E ci sta a cuore anche il lavoro di tutti, che rispettiamo sempre.
Ciò che questa improvvisa apertura dovrebbe prevedere
In una videoconferenza, la Regione Lazio ha enucleato le disposizioni. Si prevedono, tra le altre cose, test con i tamponi sulle condizioni di salute degli attori prima delle riprese, l’utilizzo delle mascherine per tutti gli operatori e per gli attori quando non sono in scena, distanze di sicurezza quando possibile. Perché la riapertura di un set possa effettivamente avvenire, sarà prevista anche una specifica formazione del personale (dispositivi di protezione e regole igienico sanitarie), regole per le produzioni, set, troupe e attori, la presenza di un medico competente aziendale, la misurazione della temperatura in ingresso e in uscita, la presenza di soluzioni idroalcoliche per l’igiene.
Sempre dal Cinecittà News, apprendiamo la cautela di Francesca Cima, presidente dei produttori Anica: “Tutti chiedono sicurezze, e noi a nostra volta le chiediamo e le vogliamo offrire alle persone che lavorano con noi, in primo luogo dal punto di vista della salute, ma immediatamente dopo quella di poter lavorare e ritornare a produrre e distribuire reddito, dando il nostro importante contributo alla ripartenza collettiva di tutto il paese. Sappiamo che l’incertezza è una cifra di questo periodo, ma non vogliamo stare fermi”.
Diciamola tutta: l’apertura è solo formale
Prima di esultare, criticare, attaccare gli artisti che “Visto? Vi lamentavate tanto…”, cerchiamo di riflettere e guardare in faccia la realtà: questa data di riapertura dei set è soltanto formale. Si tratta del nostro punto di vista, ma troviamo sia piuttosto condivisibile, e vogliamo argomentarvelo in pochi semplici punti.
Le dichiarazioni della conferenza lasciano aperti molti interrogativi, sia di natura pratica che economica.
- Troviamo davvero improbabile che un set, anche quello di una produzione già in corso prima del lockdown, possa essere riorganizzato nella giornata di oggi, domenica 3 maggio. Sarà forse presuntuoso da parte nostra, ma la valutazione è spannometrica e basata sulla nostra esperienza sui set stessi.
- Gli accertamenti sullo stato di salute sono previsti per gli attori. Solo per loro? E se sì, perché? Forse un truccatore, un tecnico delle luci, un ciakista ha meno probabilità di contagiarsi o di contagiare?
- Quanto dovrebbe durare questa formazione e in che cosa consiste?
- Se le distanze di sicurezza vengono mantenute solo quando possibile e gli attori, mentre sono in scena, non indossano mascherine, non si rischia di vanificare le altre precauzioni?
- Nulla potrà avviarsi finché non arriveranno i dispositivi di sicurezza (mascherine e altro) e le soluzioni idroalcoliche per l’igiene.
- Ma soprattutto: chi dovrà pagare tutto questo? Tamponi, medici presenti sul set, dispositivi, formazione per tutti, controlli di sicurezza, soluzioni idroalcoliche e altri accorgimenti per l’igiene. Supponiamo e speriamo che siano previsti anche diversi interventi di sanificazione dei set, delle sale montaggio, ecc. I costi non ci appaiono indifferenti: graveranno sui budget di produzione o sono previsti degli aiuti? E se sono previsti, di chi è la competenza? Stato? Regione?
Tutto ci appare quantomeno fumoso. Non per essere distruttivi su questa apertura, lo ripetiamo, ma pensiamo che i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, tutti, artisti e maestranze, meritino rispetto e chiarezza per il loro lavoro, non dichiarazioni illusorie che portano solo altra confusione, attacchi sui mezzi di comunicazione e, di fatto, altro rallentamento al calendario dei lavori.
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