Stili ribelli, difficile trovare un titolo migliore per una serie che racconta accessori e capi d’abbigliamento diventati icone, non solo del fashion, ma di epoche e modi di vivere.
Una bella idea, balenata a Laura Rongoni, autrice e regista delle sei puntate che andranno in onda su Sky Arte (e recuperabili on line su Now TV), a partire dal 6 maggio, per tre mercoledì (13 e 20 maggio), con due puntate per ogni appuntamento, alle 21:15.
Sei oggetti, cult e del desiderio. Si parte con il chiodo, lo smoking dei Ramones, la pelle di Sid Vicious, la giacca che dalla fine degli anni Settanta è diventata il sogno di tutti quelli con il rock nel sangue. Declinata negli anni nelle forme e fogge più disparate, come tutto ciò che è stato contro ha finito con l’essere normalizzato. Ma poco importa, perché l’essenza e la storia restano quelle.
Ed è questo che racconta Stili ribelli
Con l’aiuto di stilisti, musicisti, critici musicali, giornalisti, con uno stile ovviamente molto pop e colorato, un linguaggio diretto, ironico e soprattutto molto coinvolgente. Tante interviste “talking heads”, eccellente repertorio, ricostruzioni divertenti, insomma tutti gli ingredienti per un prodotto non solo d’intrattenimento.
Stili ribelli è infatti anche un tuffo, molto piacevole, in un passato in cui la parola d’ordine era creatività. E la si poteva sfogare nelle forme più disparate. Lo fece Mary Quant nella Swingin’ London degli anni Sessanta, scandalizzando e proiettando la donna nel futuro con un taglio di stoffa. La minigonna non è un indumento sexy e ammiccante, ma un pacifico strumento rivoluzionario.
Gli occhiali da sole, l’impermeabile, gli stivali, la cintura
Questi i protagonisti delle altre quattro puntate di Stili ribelli. Basta fare rapidamente mente locale per rendersi conto dell’importanza che questi manufatti hanno e hanno avuto nell’immaginario collettivo degli ultimi cinquant’anni. Le cinture nelle foto di Robert Mapplethorpe, il trench nel cinema noir e horror, i sunglasses a cuore di Lolita e i boots made for walking di Nancy Sinatra.
Sono praticamente infinite le immagini e le suggestioni, tanto che sei puntate sono poche. Gli Stili ribelli sono tanti, andrebbero raccontati per tramandare le memorie di epoche e costumi meno conformisti, per non essere conformisti dando loro degli anti.
Auguriamoci l’arrivo di una seconda stagione. E speriamo nel ritorno di tempi più liberi e selvaggi. Insomma, ribelli.