God Save Dominic Cummings. Si dovrebbe intonare ciò da oggi in poi con l’inno nazionale britannico. Dominic Cummings, l’uomo che ha reso la Brexit realtà, ha preso in ostaggio un’intera nazione. Tutto grazie alla complicità, da valutare quanto voluta, di Boris Johnson, che in meno di un anno ha sicuramente già battuto il record di peggiore primo ministro di tutti i tempi. Ma di fatto, BoJo non è mai stato in carica.
Sono ormai quattro anni che Dominic Cummings decide l’agenda della nazione. Oggi, 25 maggio 2020, ha messo un altro chiodo importante nella bara di quella che era una volta una grande potenza mondiale, e che oggi è davvero lo zimbello del pianeta.
Bisognerebbe parlare a lungo del baratro in cui sta scivolando l’Inghilterra, da cui per fortuna stanno cercando di svincolarsi gli altri paesi del regno. Dominic Cummings è un buon inizio.
Il grande manovratore della Brexit, che si è guadagnato l’onore di essere interpretato da Benedict Cumberbatch nell’accurato film tv Brexit, che narra le sue gesta per la campagna referendaria, non è un genio. Ma ha avuto una gran fortuna.
Quella di incontrare dei veri imbecilli, come Nigel Farage e Boris Johnson. Imbecilli, e avidi. Una miscela esplosiva se di mestiere fai il politico. Cummings, già per sette anni consigliere di un’altra aquila del firmamento conservatore come Michael Gove, non ha avuto problemi a riconoscere le opportunità che gli si offrivano. E le sta cogliendo al volo.
Dominic Cummings e la gita a Dunham
Attenendosi all’attualità, lo scandalo nasce dalla violazione delle regole del lockdown da parte di Cummings. Un viaggio, tra andata e ritorno, di circa 500 miglia per portare la moglie e il figlio nella tenuta di campagna della sua famiglia, in quel di Dunham. Durante le settimane di lockdown, altri esponenti del governo hanno avuto qualche piccolo problema, come Robert Jenrick, segretario di stato per l’edilizia abitativa, reo di essere andato a trovare i suoi genitori.
Per non parlare di Neil Ferguson, consigliere scientifico proprio per l’emergenza Covid, che si è dimesso dopo avere violato la quarantena per andare a trovare intimamente la sua amante.
Cummings ha fatto di ben peggio, dato che sua moglie era malata e non era stata testata per il Covid, quindi era potenzialmente infetta. Ma non importa.
Boris Johnson, in data 24 maggio, si è presentato in conferenza stampa per difendere il suo primo, e probabilmente, unico, consigliori. E il giorno dopo Cummings in sintesi ha detto alla stampa, in una conferenza indetta nel roseto di Downing Street: “”Io so io. E voi non siete un cazzo”.
Se volete leggere nel dettaglio le assurdità che ha tirato fuori, vi basti andare sul The Guardian. Ma avrebbe anche potuto affermare di avere visto un elefante volar. Non è quello che conta.
Semplicemente, Dominic Cummings è in questo momento l’uomo più potente d’Inghilterra, con un unico scopo ormai evidente: distruggerla.
È uno schema chiaro come il sole. Prima ha contribuito in maniera determinante alla vittoria della Brexit, pur non essendo lui stesso per primo convinto che fosse la cosa più giusta per la nazione, come ha più volte dichiarato. Ora, durante una pandemia, sta demolendo la credibilità delle istituzioni agli occhi del popolo inglese, che di fatto si sentirà autorizzato a fare quello che vuole, liberandosi definitivamente delle costrizioni del lockdown.
Boris Johnson, di contro, dovrà fare del suo meglio per far passare in secondo piano questa imbarazzante situazione. È quindi molto probabile che nel giro di un paio di settimane riapra tutto in Inghilterra, soprattutto i pub. In questo momento è l’unica salvezza per l’Alcolico Biondo, cercare di ubriacare la nazione.
Johnson non può liberarsi di Cummings, sa cose che nessuno sa, a partire dalla reale entità del Covid contratto dal Primo Ministro. O forse non contratto.
Cummings è evidentemente un anarchico, un rivoluzionario che ha deciso di abbattere lo stato dall’interno, conoscendone meglio di chiunque altro procedure, ipocrisie, segreti. Che lo stia facendo perché ben foraggiato da qualche potentissima cordata finanziaria, magari russa, dove oltretutto Cummings ha lavorato per molti anni, non ci è dato sapere.
Oppure, più banalmente, vuole davvero dimostrare al mondo che è per mandare un’intera nazione gmbe all’aria basta una persona.
La terza ipotesi è che il vero nome di Dominic Cummings si Ernst Stavro Blofeld, cosa che ovviamente non è da escludere, oltre a essere la più probabile.
C’è dell’ironia nel vedere quanto shakesperiana sia questa situazione, purtroppo non nobile quanto il Bardo. Cummings deve avere il Riccardo III sul comodino da tutta la vita.
Peccato che davvero non valga neanche il Marchese del Grillo.