Michelle Rodriguez. La immaginavo una ragazzaccia. Invece mi ritrovo davanti una questa gentilissima figliola, molto cool, jeans attillati, stivali neri con vertiginoso tacco a spillo, giubbotto di pelle e canottiera dalla generosa scollatura dalla quale ci si distoglie volentieri per guardarla negli occhi, neri, profondi quanto timidi e sognanti. E cosa ancora più sorprendente, preferisce affrontare l’intervista in spagnolo, tanto per ricordare a tutti che la sua terra natale si chiama Puerto Rico, cosa che me la far risultare ancora più simpatica.
Michelle Rodriguez è a Roma per presentare Fast and Furious: solo parti originali
Quarto episodio della saga del metallo veloce creata dal regista Rob Cohen nel 2001 e di cui questo film, diretto da Justin Lin, già dietro la macchina da presa per Tokio Drift, la puntata del franchise ambientata nel Sol Levante, è il vero sequel, in cui si ritrovano tutti i protagonisti della prima avventura.
Eccellente esordio negli Stati Uniti, con un incasso di oltre settanta milioni di dollari solo nei primi tre giorni di programmazione, Fast and Furious: solo parti originali può essere un nuovo trampolino di lancio per Michelle Rodriguez, il cui turbolento carattere le ha spesso impedito di fare quel salto di qualità necessario per spianarle la strada verso un successo duraturo.
Nei prossimi mesi la vedremo in quello che si preannuncia come il film che cambierà il cinema come oggi lo conosciamo, l’attesissimo Avatar, il ritorno di James “Titanic” Cameron, che potrebbe dare l’accelerata giusta alla sua carriera. Per adesso scopriamo che ci sono anche delle situazioni in cui deve andare piuttosto piano.
Michelle Rodriguez, qual è il suo rapporto con la velocità?
Mi piacciono le macchine veloci, ma mi sono trovata costretta a prendere una Toyota Prius, una macchina a tecnologia ibrida con motore elettrico. Ho rischiato di perdere la patente per i punti che mi erano stati decurtati per essere stata fermata più volte per eccesso di velocità. Questa scelta mi ha anche spinto ad avvicinarmi alle tematiche ambientaliste, anche se ho scoperto che la batteria di queste macchine inquina moltissimo una volta decaduta. Anche per questo mi sto interessando ai motori a scoppio alimentati da combustibili alternativi. Credo ci voglia molta più consapevolezza del mondo che ci circonda e questo è decisamente un buon inizio.
Cosa l’ha spinta a tornare nella saga di Fast and Furious?
Inizialmente avevo manifestato le mie perplessità. Poi è intervenuto Vin Diesel e soprattutto ho fatto una riflessione: mi sono detta che se i soli cinque minuti di integrità della storia fossero stati affidati a me, ne sarebbe comunque valsa la pena. Letty e Dom, i personaggi che interpretiamo Vin Diesel e io in Fast and Furious, sono un po’ come Bonnie e Clyde, appartengono a un mondo fuori della legalità, ma comunque rispettano un codice di vita.
Soprattutto mi interessava la storia di quest’uomo apparentemente superficiale, interessato solo alle macchine e alla vita veloce, ma che si sente perso quando gli viene a mancare la purezza dell’amore. La storia e il personaggio di Vin mi hanno attirata, un personaggio che potrebbe essere un nero, un italiano, un cinese, non ha importanza: lui è un ribelle, ma che ha un profondo rispetto per l’amore.
Le piace interpretare personaggi duri all’esterno, ma molto fragili dentro. Ha mai desiderato un ruolo hollywoodiano, magari una commedia romantica?
Credo che continuerò a fare quello che già faccio, finché non troverò un personaggio che riesca a racchiudere i tratti della madre, della Cleopatra e della guerriera. Immagina la frustrazione che provo. Non riesco a trovare, nei personaggi femminili del cinema, nessuna che riesca a rappresentare la donna che sono, ma anche quelle donne che ho conosciuto nella mia vita, ammirandole per la loro determinazione e bellezza e che non vedo mai realmente rappresentate al cinema.
Che cosa le somiglia di più di Letty?
Letty è una donna solida, forte ma riservata, non come me che invece dico sempre in faccia quello che penso. In realtà Letty è molto simile a Jordana (Brewster, co-protagonista femminile nel film nel ruolo di Mia Toretto n.d.r.) nella vita. Infatti lei mi piace moltissimo come persona.
La domanda è d’obbligo: l’auto dei suoi sogni e quella che l’ha maggiormente emozionata?
Mi piacerebbe molto avere una Maserati, un amico me l’ha fatta provare ed è stata un’esperienza pazzesca. Devo dire che ho una grande considerazione per coloro che dedicano la loro vita a progettare un auto come la Maserati.
La velocità conta davvero molto per lei, in auto come nella vita.
Adoro la velocità, ma adesso mi sfogo in pista o al massimo in autostrada, se voglio sperare di tenermi la patente…