Infatti la storia del “boicottaggio” inizia a circolare all’Italia e anche all’estero.
Il 13 giugno Carocci è ospite via video del programma tv ‘Propaganda Live’ dove nei 90 secondi a disposizione scandisce chiaramente che è Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA, a dire ai distributori di non dare i loro film alle arene gratuite, e invita ogni altra associazione che si sente boicottata a convergere la propria protesta con il Piccolo America.
Il 24 giugno, l’America sferra il secondo attacco via Facebook, facendo sapere che il “marcio” é stato da loro deunciato a chi di dovere:
L’Autorità Antitrust ha appena svolto ispezioni nella sede di ANICA, presieduta da Francesco Rutelli, e nelle sedi di ANEC e di ANEC Lazio. L’AGCM ci ha notificato oggi via pec l’avvio un’istruttoria per accertare un’intesa «restrittiva della concorrenza, consistente in una concertazione volta a ostacolare l’approvvigionamento dei film da parte delle arene a titolo gratuito, in violazione dell’articolo 101 Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea e/o dell’articolo 2 della L. n. 287/90».
In particolare, l’Autorità ipotizza, almeno dal 2018 e sino alla stagione 2020, «l’esistenza di un’azione concertata, riferibile ad una parte sostanziale dell’industria cinematografica italiana, finalizzata ad orientare le case di distribuzione e/o i loro intermediari a negare i film alle arene a titolo gratuito, o comunque per subordinare il rilascio delle liberatorie a condizioni sempre più stringenti».
(…)
L’istruttoria è stata avviata in seguito alla denuncia che noi, assieme al Comitato Balduina, abbiamo effettuato il 5 agosto 2019, alla quale hanno fatto seguito ulteriori denunce da parte di Cinemusica Nova e dell’associazione Laboratorio di quartiere Giambellino Lorenteggio, operanti nelle regioni Emilia Romagna, Abruzzo, Marche e Lombardia. Il totale della documentazione fornita da noi e dalle altre associazioni supera le 1000 pagine.
Nei giorni scorsi l’ANICA di Francesco Rutelli aveva etichettato la nostra denuncia pubblica come “fake news” e smentito ogni azione volta a bloccare l’organizzazione dei nostri eventi culturali gratuiti per i cittadini, così come fatto anche da Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution, controllata da Rai Cinema.
Perdonateci per non aver detto nulla prima di oggi, ma da agosto 2019 vigeva il segreto istruttorio. Confidiamo totalmente nell’operato dell’AGCM, alla quale forniremo ulteriore documentazione di queste ultime assurde giornate che siamo stati costretti a vivere.
Vi chiediamo di condividere e diffondere questo post: abbiamo bisogno di tutto il vostro sostegno.
Ci vediamo il 3 luglio in Piazza San Cosimato!
Infatti ‘the show must go on”, e il Piccolo America, nonostante i bastoni tra le ruote, punta ad accendere i suoi proiettori sulle tre suggestive location a sua disposizione. Ma la frustrazione è tanta, e il giorno prima della serata d’apertura, il 2 luglio, su Facebook, gli organizzatori si sfogano cosí:
Quelle appena trascorse sono state settimane devastanti e purtroppo per noi non solo a causa dell’emergenza coronavirus. Le difficoltà nell’ottenere i film – al vaglio dell’Antitrust – hanno assunto caratteristiche tali da renderci impossibile, per la prima volta in sei anni, la pubblicazione del programma completo. Il nostro Paese ospiterà registi di fama internazionale che non potranno vedere proiettati i loro film. Pertanto abbiamo deciso con i registi, attori e autori che se i film non verranno concessi dalle distribuzioni gli incontri si svolgeranno ugualmente. E così, ogni volta che mancherà il film, proietteremo “La Corazzata Potëmkin” di Sergej Ejzenstejn, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. Perché, qui, chi la dura la vince.
Così oggi siamo costretti a presentarvi un programma incompleto poiché, nonostante alcune case di distribuzione abbiano autorizzato le opere, apertura avvenuta principalmente a seguito della denuncia pubblica fatta con le diverse realtà di tutta Italia, è stato impossibile reperire titoli a sufficienza per potervi presentare le rassegne e le retrospettive per cui abbiamo lavorato mesi e che naturalmente abbiamo più volte provato a sostituire. Per la prima volta in sei anni il programma sarà pubblicato settimanalmente, nella speranza di riuscire a trovare i titoli necessari.
Il 3 luglio, finalmente, a parlare è il Cinema
Si proietta La bella vita, film d’esordio di Paolo Virzí, e a San Cosimato arriva anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affiancato dalla gentile compagna, felice di posare per i fotografi con in mano la maglietta amaranto simbolo della lotta del Cinema America, contro i nemici di ieri, oggi e domani.
Perfino il New York Times, il 5 luglio, pubblica un articolo che raccoglie le lamentele di Carocci e compari contro ANICA e ANEC. Si parla di una “cospirazione” delle due associazioni, si cita un virgolettato di Mario Lorini, presidente dell’ANEC, che però non accenna minimamente ai fatti in corso, ma enumera semplicemente i dati dell’attuale crisi e poco altro – forse una fonte indiretta, NYTimes? – e si sottolinea che le major contattate, come Universal e Warner Bros, non hanno potuto e voluto rispondere, quasi a lasciar presagire che ci sia veramente del marcio da nascondere…
LEGGI ANCHE: Due Cucine – Cinema America
L’8 luglio é una serata importante per questa storia, perché succede, fantozzianamente, quello che doveva succedere. C’è in cartellone un film che non arriva, I moschettieri del re, quindi va in scena il doppio spettacolo Dibattito+Corazzata.
Prima dell’immortale capolavoro di Sergeij Eisenstein, nella copia restaurata fornita dalla Cineteca di Bologna, salgono sul palco Valerio Carocci e il cast del film, il regista Giovanni Veronesi accompagnato dagli attori Rocco Papaleo e Matilde Gioli, con una “moderatrice” (ma lei preferisce “provocatrice”) d’eccezione, Michela Murgia. A parte i frizzi e i lazzi sul film, sulle performance sessuali di Papaleo e sentimentali di Murgia (il video completo é disponibile su FB) e sulla durata della Corazzata, alla nostra narrazione servono solo alcune frasi di quella serata.
All’inizio Michela Murgia spiega la situazione cosí:
“Qui c’è un problema, c’è qualcuno, che è la distribuzione, che avrebbe dovuto concedere il film e che non l’ha concesso, è arrivato il diniego anche stamattina, quando Valerio mi ha chiamato e mi ha detto “no proprio ci negano la proiezione”, e questa cosa succederà diverse volte in questa stagione perché c’è la volontà di negare alle arene pubbliche questa esperienza (…) evidentemente c’è qualcuno che ha deciso che questa cosa qui dà fastidio… ma il fastidio non può essere economico, evidentemente la battaglia si gioca su un altro piano, che è quello simbolico, e quindi assume valore simbolico che i registi e gli attori vengano qui a fare un atto a favore di un film che non viene neanche proiettato, per cui non percepiranno neanche un compenso d’autore, e un atto contro una parte della filiera che vi ha chiamati e vi ha detto non andate, e a un certo punto avete deciso che ve ne fregavate e sareste venuti lo stesso”
La Murgia dal palcoscenico quella sera fa anche un attacco diretto ad un altro politico, chiedendosi perché non interviene a risolvere la questione, ed è il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
In chiusura prende la parola Carocci che afferma “senza alcuna paura” che tante persone stanno ricevendo telefonate che potremmo definire minatorie (definizione nostra) da parte delle “piú influenti personalitá della cinematografia italiana” (definizione di Carocci). Chi è sul palco quella sera, dice Carocci, é “un eroe, perché sta puntando i piedi per una questione di principio”.
Il video sulla pagina Fb è – casualmente? – saltellante, ma il finale del discorso di Carocci, quella sera dell’8 luglio, è un crescendo rossiniano:
“Mi scuso se m’incazzo, ma sinceramente ci siamo rotti i coglioni, e se la risposta a tutto questo da parte dell’industria é che denunciare all’authority una distorsione del principio di concorrenza del mercato sia un atto ignobile, allora nel Cinema Troisi noi faremo teatro. Grazie a tutti”
Il Cinema Troisi, per la cronaca, è una sala riconvertita e di prossima apertura grazie agli sforzi dei ragazzi del Cinema America. A differenza delle Arene, sará a pagamento. La frase di Carocci é un chiaro segnale di frustrazione che tutti i suoi sforzi siano stati vani. L’Eroe, arrivato al duello finale, sembra quasi non farcela più.
“I have a dream” chiosa Murgia tra gli applausi scroscianti del pubblico non pagante “un sindaco, un giorno”.