Citando Denys Arcand, la sequenza iniziale di Spring Breakers è una rappresentazione chiara del declino dell’impero americano, genuflesso alla cultura catodica di MTV, tra Jersey Shore e il white trash. E in generale Spring Breakers, diretto dall’ex bambino prodigio del cinema indie Harmony Korine, è la parabola di una nazione in disfacimento che potrà essere salvata solo da una gioventù consapevole che sarà costretta però a passare attraverso l’Inferno e ritorno. Un film politico e sociale in cui le quattro giovani protagoniste sono catapultate in una favola nera dove alla fine saranno padrone del loro destino e di quello dell’America tutta.
Detta così, Spring Breakers è un gran film.
Invece è una clamorosa presa per i fondelli. Korine riesce a mettere su un’opera folle, eccessiva, geniale nella sua vacuità, cinematograficamente ipertrofica che, alla fine della fiera, è una vacanza primaverile che coinvolge lo spettatore in una perversa spirale voyeristica camuffata mirabilmente da cinema d’autore.
Grazie a questo abile sotterfugio, il pubblico maschile può godere di una carrellata di corpi femminili al loro meglio, amori saffici in magna copia e perversioni maschili raffinatissime, mentre le signorine possono rivendicare la loro superiorità di madri primordiali, api regine e donne guerriere.
Spring Breakers avrebbe potuto funzionare benissimo così
Purtroppo, scoperto l’inganno, è più che evidente il suo afflato maschilista e l’eccezionale confusione narrativa in cui versa Korine, regista sopravvalutato sin da Gummo, esordio tanto acclamato quanto frainteso, e che ha continuato la sua carriera con opere sconnesse che cercavano un filo a-narrativo senza trovarlo.
Restano i corpi, tanti, che comunque non riescono a trasmettere carnalità a un film che è artificioso quanto la maggior parte delle tette che si dimenano tra festini, spiagge e piscine. E restano le coraggiose scommesse delle quattro belle protagoniste e un James Franco da antologia. Loro sì, meritavano una vacanza selvaggia dal conformismo delle loro carriere, senza risparmiarsi.
E comunque, la vita è bikini e grossi sederi. Ricordatevelo.