Vedere un film di Woody Allen ambientato lontano da New York fa sempre uno strano effetto e a quanto pare ci dobbiamo mettere l’anima in pace e abituarci alla svelta, ma l’impronta del Maestro è assolutamente inconfondibile, anzi, sin troppo. Match Point è senz’altro un gran bel film, di molto superiore alla media delle pellicole a cui siamo stati abituati negli ultimi anni, ma non per questo dobbiamo farci confondere le idee.
Questa nuova rivisitazione di Delitto e castigo non differisce poi tanto da quello che è probabilmente il capolavoro del Woody Allen post Oscar, quel Crimini e misfatti in cui era riuscito a sintetizzare tutto il suo cinema.
Match Point non arriva a quelle vette
I monologhi interiori del protagonista, un bravissimo Jonathan Rhys-Meyers, eccessivamente compiaciuti nel filosofeggio, serissimo sebbene ricordi quello ilare e protobergmaniano di Amore e guerra. La tensione di Allen nei confronti del cinema del Maestro scandinavo e della letteratura russa esplode in Match Point, come non accadeva dai tempi dei suoi kamerspiel, Interiors e Settembre, e proprio ripensando a quei due film, anch’essi molto simili tra loro, ma appartenenti a due diverse epoche creative del regista newyorkese, viene da pensare che anche questa sia non una rilettura, ma una evoluzione, e in chiave decisamente pessimistica, dell’osservazione alleniana dell’essere umano.
Ciò che sorprende assai piacevolmente è lo stile del film, sostenuto da una bellissima fotografia e da una messa in scena magnifica, con tagli di inquadratura arditi e inediti per Allen, elementi che riescono a raccontare meglio di tante parole le tensioni interiori dell’ambizioso maestro di tennis arrampicatore sociale.
Vera e propria musa di Allen si rivela poi Scarlett Johansson
Non a caso scelta anche per il successivo Scoop, commedia romantica di nuovo ambientata a Londra), capace di infondere una sensualità incredibile alla pellicola con un solo sguardo, ma anche il resto del cast è molto efficace, in particolare la bravissima Emily Mortimer, donna morbosamente attaccata al suo desiderio di essere madre e moglie. E non mancano nemmeno i momenti divertenti, grazie alla coppia di sbirri formata da James Nesbitt e Ewen Bremner, la cui comicità tipicamente british è stata sfruttata con misura da un maestro della risata come Allen.