Avete presente l’espressione “ma che ti ho ammazzato il cane”? Ecco, è vero, se fai qualcosa al mio cane, potresti rimpiangere d’essere nato. Soprattutto se il cane è l’ultimo regalo che la moglie defunta fa a John Wick, killer pentito che grazie all’amore ha deciso di cambiare vita. Non un killer qualunque, ma il più spietato e chirurgico assassino che l’umanità abbia mai conosciuto, esclusi politici e dittatori ovviamente.
Dimenticate i giustizieri della notte e gli eroi pompati degli anni Ottanta. John Wick se li mangia a colazione, anche cinematograficamente parlando. Mutuato da fumetti e videogiochi, ma anche condito da una buona dose di nerdismo cinefilo, questo veicolo action è meno encefalogramma piatto di quanto possa sembrare. Wick è un Unforgiven che piange sulla tomba della moglie e che vendica il suo cucciolo sulla strada della perdizione a colpi di mitra. Perfettamente equilibrato, per quanto possa sembrare assurdo un aggettivo del genere in questo caso, tra graphic novel e videoludica piacevolissima masturbazione, John Wick coreografa e sublima una innocua History of Violence, la promessa dell’assassino è mantenuta fino all’ultimo giro di body count, non uno di troppo, ma neanche uno di meno.
In questo universo si aggira lo spettro di Neo, un Keanu Reeves praticamente perfetto nel suo compito ruolo di maschera e burattino, circondato da comprimari di classe, tra cui spiccano il sempre ottimo Willem Dafoe e il magnifico cameo di Ian McShane.
Se volete spegnere il cervello durante la visione di John Wick, fate pure.
Ma vi perdereste un sacco di cose intelligenti mascherate da sangue vaporizzato digitale.