Il giorno di Pasqua del 2010 Steve Jobs ha cambiato la mia vita.
Ho colto un frutto dal suo albero di mele e adesso ne ho uno anche io, piccolo, che cresce grazie a eccezionali giardinieri, mese dopo mese. Lo state sfogliando.
È difficile parlare di Steve Jobs.
Potrei riportare le sue ricche note biografiche, le sue creazioni, ma si possono trovare ovunque, almeno finché l’informazione sul web in Italia non verrà decapitata grazie a una legge antidemocratica.
Ecco, se Steve Jobs fosse vivo e in buona salute, combatterebbe contro la nostra legge bavaglio, perché l’uomo che ha creato il codice informatico più inaccessibile era anche quello che più di chiunque altro aveva capito l’importanza che la libera rete ha nello sviluppo e nel progresso del consorzio civile.
La grande rivoluzione della Mela è questa, mettere milioni di persone in comunicazione tra loro e con il resto del mondo con dispositivi incredibili, oltre che belli, che hanno spinto la concorrenza a inseguire e ad adeguarsi, generando una reazione a catena la cui forza motrice è la creatività e se dovessimo riassumere Steve Jobs in una parola, sarebbe questa.
Jobs ha creato il futuro, una parte, piccola ma importante se paragonata all’insieme delle cose, ma una fetta di futuro in cui le persone possono essere sempre in contatto anche se sono in continenti diversi grazie a un semplice telefono cellulare, oppure leggere i giornali di tutto il mondo ogni mattina grazie a un computer rivoluzionario, addirittura avere accesso ai propri documenti personali, ai film preferiti, alla propria musica, in qualunque momento e in qualunque luogo.
La nuvola di Jobs, forse è li che se n’è andato, osservando dall’alto quello che i suoi successori faranno per continuare il suo lavoro.
La Mela vivrà, insieme alla Pixar, perché se abbiamo Wall-e, Toy Story e Saetta McQueen lo dobbiamo anche a lui.
Quello che ci mancherà, e per ci intendo al mondo, sarà la continua ispirazione che quest’uomo era capace di infondere a chiunque avesse il desiderio e la curiosità di dare una sbirciata al mondo di domani, sperandolo migliore dell’oggi.