Una relazione sentimentale è sempre una scommessa, perché sai quando e come inizia (e neanche sempre), ma non sai mai come e quando finirà. E cosa più importante, non sai mai cosa succederà nel mentre e quali saranno i termini del rapporto.
Detta così sembra quasi di parlare di un contratto di collaborazione, ma in fondo costruire insieme una storia è un lavoro, spesso piacevole e che quindi sei disposto a continuare per anni interi senza interruzioni, ma anche non di rado difficilissimo, costretti com’è naturale che sia a scontrarsi con le differenze che ci sono con la persona con cui hai deciso di passare un periodo più o meno lungo della tua vita. In tutto ciò, la fine di una relazione è sempre un momento doloroso, più per chi viene lasciato che per chi lascia, e porta inevitabili strascichi fatti di insicurezze, paranoie, rabbia e memorie che riaffiorano.
Sono quelli i momenti in cui hai bisogno del confronto con il tuo ex partner per capire cos’è che non ha funzionato e a quel punto incominciano i problemi seri.
“Non sono sicura di averti mai amato davvero”
Lo diceva la moglie di Harry all’ormai già ex marito, mentre un traslocatore con addosso una maglietta con su scritto “per favore non mi fate incazzare” portava via alcuni anni di matrimonio fuori dall’appartamento. Me lo disse una ragazza molti anni fa e ancora oggi non sono riuscito a ritrovare aggettivi carini per definirla. Lo dice Sole Finn.
(500) giorni insieme è un vero manuale d’amore.
In cui quello che soffre è il povero maschio Tom Hansen e la carnefice è la suddetta Sole, prototipi della coppia del Terzo millennio, in cui una parte desidera essere libera, considerare la coppia aperta, vedere la relazione come un divenire che non lega in maniera indissolubile, mentre l’altra metà della mela vorrebbe una romantica storia d’amore, fatta di complicità, musica, colori, balletti e sogni e progetti da fare insieme. Ma la vita è un’altra cosa e l’intelligente sceneggiatura di Marc Webb è riuscita a cogliere tutte le molteplici sfaccettature di quella sempre folle idea che è lo stare insieme a un’altra persona.
Tom e Sole sono due prototipi della modernità emozionale, rappresentanti di una generazione alla ricerca di valori che non riescono a mettere a fuoco e creando in questo modo un caos relazionale che è una caratteristica della coppia di oggi. Il desiderio di libertà di lei, la voglia di stabilità di lui, sono caratteristiche tipiche dell’attuale quotidianità dei sentimenti. Aggiungendovi una giuste dose di caustico umorismo, un ritmo cinematografico contrappuntato da una colonna sonora indie sontuosa e una coppia protagonista di immensa bravura, ecco venire fuori una commedia decisamente sopra la media del panorama contemporaneo.
Non facciamoci ingannare da (500) giorni insieme.
Pur essendo un film in cui si ride, e tanto, ha come illustri predecessori Eternal Sunshine of the Spotless Mind e L’arte del sogno, opere capaci di farci sanguinare il cuore per la loro devastante carica realistico-amorosa. L’amore fa male, anche quando è corrisposto, e una ballata degli Smiths o una canzone di Regina Spektor possono solo dissimulare lo struggente desiderio di avere una persona da amare fino a farci soffrire.