Massimiliano Bruno, ovvero un terzo della premiata ditta Brizzi-Martani-Bruno, team di sceneggiatori che dai cinepanettoni alle notti pre esami, fino alle recentissime schermaglie tra gli opposti sessi, si è ritagliato un posto di primissimo piano nel panorama cinematografico italiano.
Ma Bruno è anche quello dei tre dai molti talenti collaterali: autore teatrale, ricordiamo in particolare il suo bellissimo monologo Zero, ma anche attore cinematografico e televisivo. Per il piccolo schermo ha creato l’eccezionale personaggio di Nando Martellone per la serie Boris, e finalmente adesso anche regista per il grande schermo. Finalmente soprattutto perché dopo quattro anni, qualche indecisione su quale dovesse essere l’opera d’esordio (inizialmente il desiderio era proprio quello di portare al cinema il già citato monologo) e un’ulteriore definizione dei rapporti con i suoi produttori, la famiglia Lucisano che aveva accolto lui e i suoi soci nel 2006 traendone benefici enormi, il primo film diretto da Massimiliano Bruno arriva finalmente nelle sale. Il 16 marzo per l’esattezza, distribuito da 01 Distribution.
Una commedia, in un periodo in cui il genere va alla grande, dal titolo Nessuno mi può giudicare, come avrebbe detto Caterina Caselli. Storia di una donna ricca, Alice, antipatica e superficiale, che si ritrova sul lastrico quando il marito muore. Costretta ad andare a vivere a casa del suo ex domestico nella periferia romana, Alice decide che per guadagnare alla svelta e far fare una vita dignitosa a lei e al suo bambino di nove anni, c’è una sola maniera: diventare una escort. Aiutata da una professionista del settore, cerca così di intraprendere questa remunerativa strada, con risultati non proprio convincenti, anche perché, come diceva De Andrè, per fare il mestiere ci vuole anche un po’ di vocazione. In compenso scoprirà che vivere una vita normale a contatto con la gente non è poi così male.
Alice è Paola Cortellesi, vecchia conoscenza di Max Bruno, autore di molti suoi testi, spalla di Claudio Bisio da quest’anno alla conduzione di Zelig e fresca Femmina nella prima parte del dittico di Fausto Brizzi, Maschi contro Femmine. Un ruolo che la Cortellesi porta al cinema in un periodo in cui di escort e simili nel nostro paese si parla sin troppo. Spunti di cronaca politica che sicuramente aiuteranno Nessuno mi può giudicare in fase di promozione, anche se, sulla carta, questa commedia sembra avere tutte le carte in regola per poter essere l’ennesimo successo di una stagione che ha benedetto la cinematografia nostrana.
Massimiliano Bruno ci ha raccontato ampiamente del film nell’intervista che potete vedere qui sopra. Noi completiamo l’opera dicendo che attorno ad Alice si muove un microcosmo pieno di personaggi più o meno normali, dal portiere Rocco Papaleo, italico politicamente scorretto, razzista, qualunquista, ma alla fine un bonaccione, alla coppia formata da Lillo, senza Greg stavolta ma in compagnia della brava Lucia Ocone, mentre la maestra nell’arte antica del meretricio è la bella Anna Foglietta. Ma soprattutto non va dimenticato Raoul Bova, ormai lanciatissimo nell’universo della commedia romantica, che dopo la bella prova data ne La nostra vita di Daniele Luchetti, ha subito una battuta d’arresto con il tentativo, fallito, dei fratelli Vanzina di rinverdire i successi dei bei tempi andati. Il bel Raoul ha quindi una prova d’appello importante, soprattutto perché Bruno, attore che conosce le qualità degli stessi, sa come cucire un ruolo addosso a un suo collega.
Nessuno mi può giudicare è un film importante
Per molte delle persone che lo hanno realizzato, Cortellesi compresa, che al cinema ancora non è riuscita a dare una prova davvero convincente. Ma soprattutto per Bruno stesso, che comincia oggi un’avventura che in qualche modo lo allontana, seppur temporaneamente, dai suoi abituali compagni di viaggio.
Sebbene il soggetto sia di Brizzi, che ha anche collaborato alla sceneggiatura, di fatto lui e Martani sono ormai totalmente presi dalla loro neonata casa di produzione, la Wildside, mentre Bruno ha deciso di continuare l’avventura con i Lucisano, scegliendo un’indipendenza creativa forse anche necessaria per far crescere tutti.
Vedremo come si evolveranno le cose, nel frattempo l’unica certezza è che ancora una volta il cinema nel nostro paese viene surclassato dalla realtà quotidiana. Sarà per questo che le commedie vanno così bene ultimamente, perché sono una via di fuga quanto mai necessaria.