Sotto il sole della Toscana fa venire in mente Se è martedì dev’essere il Belgio. Probabilmente non molti hanno memoria di questo geniale film del 1969 in cui Mel Stuart metteva alla berlina i viaggi organizzati per i beceri turisti americani che vogliono scoprire il Vecchio Continente.
Interpretato magistralmente da Ian McShane e una meravigliosa Suzanne Pleshette, il film mostra l’arroganza e il generale disinteresse del simpatico popolo statunitense nei confronti delle reali condizioni sociali e culturali degli europei. In particolare, degli italiani.
Mel Stuart era un regista di talento. Non per niente ha firmato Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato. Soprattutto, era il documentarista di fiducia della famiglia Kennedy. Considerato quello che è stato costretto a filmare nei dieci anni al loro servizio, non risulta affatto strano il suo occhio attento nel cogliere i difetti dei suoi conterranei.
In questi trentacinque anni non sembra essere cambiato granché
I cineasti hollywoodiani continuano a portare sullo schermo un’Italia che definire da cartolina è dir poco. Basti pensare a Anthony Minghella e Il talento di Mr. Ripley in cui il prete del paesino sulla costiera amalfitana e il conducente della corriera si mettono a cantare a squarciagola come due invasati.
Per non farci credere che gli americani fossero diventati di vedute un po’ più aperte, dopo aver viaggiato tanto, conosciuto gente, averla bombardata per convincere loro di avere di fronte la più avanzata forma di democrazia a cui si possa aspirare, è arrivato per fortuna come un fulmine a ciel sereno Sotto il sole della Toscana.
Opera davvero importante per rimetterci noi tutti in carreggiata alla svelta
Dato che siamo, a quanto sembra, dei mediatori immobiliari così così, dei genitori senza cuore, degli appaltatori edili senza talento e dei vecchietti scorbutici e sospettosi. E anche un po’ razzisti.
In compenso siamo anche affascinanti rubacuori, pensiamo sempre ‘a fa’ ammore’, amiamo la buona tavola, un buon bicchiere di vino e sappiamo fare elisir paradisiaci come, udite udite, il limoncello!
Sotto il sole della Toscana è evidente che hanno preso una brutta insolazione
Che non ha contribuito alla buona riuscita di un progetto che, paradossalmente, sulla carta sembrava più intrigante delle tante storie britanniche sulle qualità terapeutiche di una vacanza nel Chianti.
La scrittrice col marito fedifrago, le amiche lesbiche che vogliono diventare mamme, la vita nel residence per divorziati pieno di personaggi sui generis, il viaggio organizzato con i Gay on the Way, tutti spunti divertenti.
Poi, l’irreparabile: hanno aperto una bottiglia di Brunello da cento litri e se la sono scolata.
Da quest’orgia di luoghi comuni, in cui viene coinvolto anche l’incolpevole Professor Mortillaro, al secolo il bravissimo Roberto Nobile. Insieme a lui un’altra schiera di attori italiani che spero si siano potuti comprare un casale in Toscana a testa con quello che gli hanno dato, si salva solo la protagonista.
Passa il tempo e Diane Lane è sempre più brava. La classe, la freschezza e il talento le hanno permesso di diventare una delle attrici preferite da Francis Ford Coppola e di salvare questo prodotto disastroso.
Ultima cosa: Sotto il sole della Toscana appare anche un grande maestro del cinema italiano. Ma per il profondo rispetto che nutriamo nei suoi confronti evitiamo di citarlo.