Vertical Limit vede un giovane scalatore alla guida di una pericolosa missione sul K-2, la seconda vetta più alta del mondo. Deve salvare, in una corsa contro il tempo, sua sorella e il suo gruppo . I due anni addietro sono stati coinvolti in uno sconvolgente incidente durante una scalata, in cui Peter dovette tagliare la corda del padre per salvare sè e la sorella. Ora Annie si trova intrappolata in un ghiacciaio a quasi 8.000 metri, una zona dove il corpo umano non può sopravvivere a lungo.
I film d’alta montagna non hanno mai goduto di grandissima fortuna.
Ricordiamo alcuni esempi lampanti, come La montagna con Spencer Tracy e Robert Wagner, melodramma tragico tra padre e figlio. Oppure Cinque giorni un’estate di Fred Zinnemann, melodramma tragico con donna contesa. E naturalmente Cliffhanger che non è un melodramma tragico, ma ha un tragico Stallone.
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Vertical Limit avrebbe tutte le carte in regola per non godere della stessa poca fortuna di questi nobili precedenti, grazie al cast giovane e di grande appeal affiancato da attori di mestiere come Scott Glenn e Bill Paxton.
Soprattutto potendo contare sulla regia spettacolare di Martin Campbell
Particolarmente abile soprattutto nel creare un ritmo della narrazione serrato e senza respiro. In più il lavoro del regista de La maschera di Zorro viene in questo caso ulteriormente esaltato dalle molte possibilità di cimentarsi in scene mozzafiato con prospettive al limite dell’umano.
Eppure, nonostante le ambientazioni suggestive, l’impegno dei protagonisti e dei realizzatori, Vertical Limit non decolla.
La tensione non segue la variazione del dislivello man mano che la spedizione di soccorso si avvicina alla vetta. Il perchè si spiega facilmente, in realtà, ed è la stessa ragione per cui il genere alta montagna risulta sempre essere un’operazione piuttosto rischiosa. Nonostante il fascino dei luoghi, infatti, le situazioni e le azioni sono limitate proprio dall’ambiente in e con cui si lavora.
È scontato che gli elementi si ribellino contro l’uomo.
Così come devono esserci le prove d’abilità e di coraggio che forgiano i nostri eroi e li rendono degni della missione e della montagna, ente superiore che incute timore e per cui si deve avere il giusto rispetto.
Una struttura classica, quella di Vertical Limit, in ogni sua parte, che fa risultare banali anche i rapporti che legano i vari personaggi e lasciandoci in mano solo un pugno di neve cha al sole ovviamente si scioglie velocemente.