“Quanto vale Cristiano Ronaldo?”. È la banale ricerca che ho fatto su Google, e le cifre mi hanno stordito, più che altro perché sembrava la storia di Pulcinella, che morirà quando tre orologi segneranno la stessa ora. In parole povere, a parte alcuni dati incontrovertibili, su una decina di fonti consultate, da Forbes a Calcio&Finanza e Sole 24 Ore, la risposta in soldoni, appunto, è la seguente: tanto. E in questo momento è più corretto dire: troppo.
Troppo per poter pensare che la tempesta che gli si è scatenata contro possa essere trattata come quella di un banale vincitore di due premi Oscar. O di un’attrice e regista figlia d’arte. E la lista potrebbe continuare a lungo, perché tanti sono i nomi che in quest’ultimo anno, e siamo in pieno anniversario,sono caduti sull’altare sacrosanto della giustizia anti molestie dopo il vaso di pandora scoperchiato dalle prime accuse gravissime ad Harvey Weinstein. Giustizia purtroppo in alcuni casi anche sommaria, come nel caso di Woody Allen.
Cristiano Ronaldo, un caso delicato
Nell’ultima settimana, il campionissimo portoghese si è trovato a rispondere ad accuse gravissime, che ne stanno minando la figura pubblica e la vita privata, che al di là delle bellissime donne avute affianco nel corso degli anni, da Irina Shayk alla bella Georgina che illumina a ogni partita l’Allianz Stadium di Torino, è sempre stata misteriosa. Sulle voci di una presunta omosessualità del calciatore c’è tutta una letteratura. E molti si chiedono perché, dei suoi quattro figli, tre siano nati da madri surrogate rimaste anonime, mentre solo l’ultimo è frutto dell’amore con Georgina Rodriguez.
Ma questi sono pettegolezzi. Non lo è invece l’inchiesta di Der Spiegel, rilanciata prepotentemente negli ultimi giorni. Rilanciata, già, perché l’articolo in cui si rivela del presunto stupro (che sarà tale finché un’indagine e una sentenza, o una confessione, non provino il contrario) risale al 19 aprile del 2017. Ma è stato solo il 29 settembre 2018 che Kathryn Mayorga ha deciso di raccontare in prima persona l’accaduto. Tutta la storia l’ha spiegata molto bene Il Post, il racconto della donna è stato ripreso da più parti. C’è anche la versione di Cristiano Ronaldo, soprattutto sembra esserci un accordo tra le parti con risarcimento economico vergato dallo stesso calciatori. Mentre nel frattempo sono scomparse alcune prove fisiche del fatto dal dipartimento di polizia di Las Vegas. Gil Grissom licenzierebbe tutti in tronco.
Cristiano Ronaldo, la Juventus e le mutande
Ora, se avete usato correttamente l’ipertesto, conoscete quasi tutta la storia. Quasi, perché il meglio deve ancora arrivare. Ci si è messa la sua attuale squadra, la Juventus, che con un paio di veramente infelici tweet sul suo profilo ufficiale, si è resa protagonista di uno dei più straordinari epic fail di comunicazione social mai visti. Soprattutto incommentabili. Anche se Sports Illustrated ci ha provato, con successo.
Parlano da soli. Come i commenti delle molte tifose bianconere in sua difesa. Tifose. E anche un po’ come la prima pagina della Gazzetta dello Sport di domenica 7 ottobre.
Non è finita qui. Non metto immagini, per non fare pubblicità all’azienda di biancheria intima che ha come testimonial CR7 che nella stessa edizione della Rosea, allo sfoglio immediatamente successivo a un articolo sulle accuse della signora Mayorga, ha ben pensato di piazzare una foto a tutta pagina di Ronaldo in mutande. Il raffinato (per chi non avesse il dono, si chiama sarcasmo) messaggio è: “Come può questa divinità essere accusato di un gesto simile?”. D’altronde, 24 ore prima l’azienda aveva rilasciato un comunicato stampa in cui confermava il sostegno al suo uomo immagine.
Cristiano Ronaldo non è Kevin Spacey
Questa è l’ultima notizia, in ordine di tempo, di una storia arrivata al nono giorno, partendo dall’intervista del 29 settembre su Der Spiegel. Quasi nello stesso arco di tempo, tra il 30 ottobre e il 9 novembre 2017, Kevin Spacey sarebbe stato licenziato da House of Cards e cancellato dal film di Ridley Scott, Tutti i soldi del mondo, dopo le accuse di molestie denunciate da parte di un giovane attore.
Asia Argento, dopo le presunte rivelazioni del giovane Bennett, i tweet di Rose McGowan, un batti e ribatti di accuse, controaccuse, smentite, scuse più o meno accettate da ex amiche, la caduta e l’ascesa in un teatrino mediatico che ha assunto contorni ai limiti del grottesco, ha perso il suo lavoro di giudice a X-Factor. Una situazione su cui forse lo stesso movimento #MeToo avrebbe dovuto prendere una posizione più netta e chiara.
Tutto questo per arrivare alla domanda che mi arrovella da giorni. Quanto vale una molestia o uno stupro? È una moneta corrente che ha un cambio differente a seconda del paese che vai, inteso campo professionale e finanziario? Ronaldo era rimasto coinvolto in un caso simile già nel 2005, a Londra, fu scagionato per mancanza di prove. Ed è freschissima la notizia che potrebbe esserci una seconda donna pronta a parlare che avrebbe subito violenza dal giocatore portoghese.
Cristiano Ronaldo è un’industria.
È un investimento da 400 milioni di euro per la Juventus. Ha un contratto perpetuo da 30 milioni di dollari l’anno con la Nike. È il volto per EA Sports di FIFA, il videogioco calcistico più venduto al mondo. E proprio questi due colossi stanno con le antenne alzate, e cominciano a dare segni di fastidio nei confronti della questione. EA ha già tolto alcune foto di CR7 dal sito ufficiale negli ultimi giorni. Di contro, nel frattempo, addirittura il premier portoghese Antonio Costa ha parlato in sua difesa.
Cristiano Ronaldo e la Juventus esclusi da Champions e campionato?
Se la “legge” del movimento femminista che nell’ultimo anno ha cambiato il volto al cinema americano, e non solo, è uguale per tutti, allora questa sarebbe l’unica strada percorribile in questo momento. Cristiano Ronaldo, come Spacey e Asia, dovrebbe essere fermato. Come la Juventus, per la più classica regola sportiva della responsabilità oggettiva. Quella per cui se i napoletani dovrebbero essere costantemente deterti dai lapilli incandescenti del Vesuvio, la giustizia sportiva chiude la curva ultrà per un (solo) turno (per correttezza, sono partenopeo). Per la stessa ragione, se fai capire attraverso le comunicazioni e i canali ufficiali che non importa cosa sia successo dieci anni fa, perché oggi è un campione ed è nostro, la società meriterebbe di essere esclusa da campionato e Champions League come il suo tesserato. Altrimenti, significa usare due pesi e due misure.
Cristiano Ronaldo e l’ombra del complotto
Ovviamente la Juventus non subirà mai una sanzione di questo tipo, è già stata punita in borsa pesantemente a causa del pessimo operato del suo settore comunicazione. E in tutta questa storia, si insinua anche l’intrigo del complotto ordito ai danni di Ronaldo dal numero uno della Spectre, che non è Ernst Stavro Blofeld, né tantomeno il suo gatto bianco. Ma che con il Blanco ha a che fare. Il mefistofelico Florentino Perez, presidente del Real Madrid che gli sta facendo, a dire di non si sa bene chi, terra bruciata intorno. Mentre altri bene informati affermano invece che la Casa Blanca non vedesse l’ora di liberarsi da un peso che stava diventando insostenibile.
Come andrà a finire tutta questa storia lo scopriremo nelle prossime settimane. L’importante è che si concluda con delle certezze suffragate da fatti ed eventualmente, se necessario, sentenze. Perché giustizia deve essere fatta. Seguendo correttamente il suo corso.